Il Guerzoni non è il Bronx

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I ragazzi non ci sono più. In tutto erano una sessantina, si ritrovavano nello spazioso gazebo attrezzato all’esterno e anche d’inverno trascorrevano ore e ore al Guerzoni: sono spariti, “forse perché han preso paura. Sono state dette cose non veritiere: il Circolo Guerzoni non è un Bronx”. Non ci sta Gianmarco Sassi, socio del circolo, perché la descrizione che è stata data dell’ambiente di via Genova non corrisponde alla realtà, “non siamo nelle banlieue francesi” aggiunge.

“E’ vero che ci sono adolescenti che tengono comportamenti a volte sopra le righe ma proprio per loro è stato attivato lo Spazio giovani col contributo della Fondazione. Non hanno posti alternativi in cui andare e il Circolo Guerzoni deve rappresentare un punto di riferimento per tutti nel quartiere, non solo per gli anziani”. Invece così si rischia di vanificare il lavoro fatto in questi anni in cui il Guerzoni ha proposto attività ricreative in particolare rivolte ai ragazzi. Qui hanno trovato la loro sede associazioni di giovani e per i giovani come la Giravolta, il Club TreEmme e il Beach Volley, “perché stavamo provando a cambiare pelle e per farlo ci vogliono i ragazzi. Occorre pazienza perché può capitare che rompano i fiori e lascino in giro rifiuti, ma non mi sono mai stancato di ripetere loro le regole”.

Sassi li conosce uno per uno quei ragazzini e a quello che ha preso il pulmino, un diciannovenne neopatentato, non ha risparmiato parole grosse per quello che ha fatto perché non ha scusanti per aver sottratto il mezzo, averci fatto una scorribanda notturna e averlo riportato al mattino con un segno nella parte anteriore. Il furgone è stato restituito ma è scattata la denuncia per l’autore del furto.

Al Guerzoni da tempo è stato istituito un servizio di vigilanza privata al fine di sventare eventuali furti ai danni del circolo, l’ultimo è stato perpetrato nel dicembre scorso quando vennero rubate le provviste di un pranzo di beneficenza “ma non furono gli adolescenti a rendersi responsabili di quella razzia, bensì un trentenne, già conosciuto alle Forze dell’Ordine”.

I ragazzi non sono ben tollerati da uno zoccolo duro di soci, ma le cose stavano cambiando. “I giovani – aggiunge Sassi – sono il nostro futuro e, nonostante qualche testa calda, sono da accogliere all’interno dei nostri spazi proprio per dare loro un’alternativa alla strada”. Per Sassi non ci sono situazioni critiche, “non si può parlare di spaccio né di bivacchi”. Quando le tre gazzelle della Polizia hanno fatto il blitz per controllare a tappeto gli avventori non hanno trovato nulla di sospetto. “Vedere il male ovunque e a tutti i costi non deve diventare un’ossessione: vale per tutti, giovani e anziani”.

Sara Gelli

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