Alla scoperta dei signori della notte: vita da pipistrelli

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I pipistrelli sono animali speciali per molte ragioni: sono mammiferi che volano, “vedono” grazie alle loro orecchie, sono dei grandi consumatori di zanzare e dormono appesi a testa in giù. Animali amici dell’uomo, per la loro funzione di insetticida naturale, sono dei preziosi indicatori ambientali. Il loro calo in città è palpabile rispetto al passato ma, come spiega l’ornitologo della Lipu Luca Bagni, nonché responsabile dell’Oasi Celestina di Campagnola Emilia, “non essendo mai stato fatto un censimento di queste specie protette è complesso quantificarne gli esemplari. Trenta, quarant’anni fa, c’erano meno pesticidi e, di conseguenza, più abbondanza di prede. Oggi la situazione è profondamente mutata: sono numerosi gli uccelli che nel corso del tempo sono diminuiti in ambiente agricolo, basti pensare all’allodola, molto comune sino a quindici anni fa. Si può dunque presumere che i pipistrelli in campagna e in città abbiano subito un calo analogo ma non abbiamo a disposizione dati precisi, né relazioni sistematiche, a causa della complessità legata all’avvistamento di questi mammiferi”. Per rilevare la presenza di questi affascinanti animali che popolano anche i nostri cieli notturni infatti, occorre uno strumento particolare: il bat detector. “Ha l’aspetto di una radiolina in grado di percepire gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli: abbassandone la frequenza e dilatandone la durata – prosegue Luca Bagni – il bat detector ci restituisce un suono udibile dall’orecchio umano. Dall’analisi degli impulsi registrati siamo poi in grado di determinare la specie di pipistrello oppure, in alcuni casi, solo il genere, ma non la quantità di esemplari presenti”.
I pipistrelli si muovono e cacciano nel buio, grazie a un sofisticato sistema di ecolocalizzazione. “Un pipistrello emette brevi ultrasuoni e ne ascolta l’eco di ritorno: attraverso l’analisi di questa eco riesce a costruire un’immagine sonora di ciò che lo circonda, una vera e propria mappa mentale del paesaggio. Ad esempio, in base al tempo che l’eco impiega a tornare, un pipistrello è in grado di stabilire a che distanza si trova la sua preda. Questi animali, seppure non siano ciechi come si pensa comunemente, vedono con le orecchie ecco perché hanno dei padiglioni auricolari molto grandi e sensibili agli echi dei loro stessi ultrasuoni”. Nel nostro Paese sono 35 le specie di pipistrelli, stanziali o migratori: in pianura, così come a Carpi, quelle più comuni negli ambienti urbani o periurbani, sono il “Pipistrello Albolimbato e quello Di Savi. Il pipistrello nano, invece, – sottolinea l’ornitologo – ha risentito più di altri del massiccio impiego di insetticidi ed era dunque più comune un tempo. Infine negli ambienti antropici possiamo trovare il Serotino: ama il contatto con l’uomo e trova rifugio tra i pertugi degli edifici storici, sotto i coppi o dietro gli scuri delle case”.
I pipistrelli possiedono caratteristiche uniche: sono infatti gli unici mammiferi in grado di volare, grazie a una mano che l’evoluzione ha modellato sino a formare un’ala perfetta. Proprio per questo motivo vengono chiamati chirotteri, una parola derivata dal greco che significa appunto mano alata. “Gli accoppiamenti avvengono alla fine dell’estate, tra settembre e ottobre poi, nelle femmine, l’ovulo fecondato entra in uno stato di quiescenza. La gravidanza viene bloccata perché in inverno questi animali vanno in ibernazione dal momento che le loro prede alle nostre latitudini non sono più disponibili. In uno stato di torpore, con le funzioni biologiche limitate al minimo, i pipistrelli cercano rifugio in scantinati, grotte… per non risentire degli sbalzi di temperatura. A marzo, una volta usciti dallo stato letargico, le femmine portano avanti la gravidanza per poi partorire solitamente un piccolo soltanto intorno al mese di giugno. I cuccioli vivono attaccati al corpo della madre anche quando caccia, ecco perché solitamente non sono mai più di due, in caso contrario ne appesantirebbero troppo il corpo. I piccoli vengono allattati fino allo svezzamento, tra agosto e settembre”. I pipistrelli conducono vite solitarie ma possono condividere “alberi cavi, fessure di pareti rocciose, sottotetti, solai, cantine…”, per trascorrere le calde giornate estive, spiega Luca Bagni.
Nutrendosi di insetti, i chirotteri che vivono nel nostro territorio offrono all’uomo un ottimo servizio, ecco perché garantire loro un rifugio e “adottarne” una famiglia può rivelarsi una scelta alquanto azzeccata per intentare una lotta ecologica alle zanzare. “Sono numerosi i modelli di bat box in commercio ma non tutti sono ideali. La casetta dev’essere piuttosto spaziosa, di circa 50 centimetri di larghezza e 60 di altezza per pochi centimetri di spessore. E’ poi fondamentale collocarla dai 4 metri in su, scegliendo una parete esposta a Est o a Ovest. Vi accorgerete della presenza dei pipistrelli dai piccoli escrementi secchi in corrispondenza della bat box: il guano non porta malattie, basta spazzarlo via”.
Sebbene nella cultura occidentale questi dominatori dei cieli notturni siano percepiti nell’immaginario collettivo come simboli demoniaci o vengano assimilati ai vampiri, la loro funzione è vitale. Moltissime specie di Chirotteri rischiano l’estinzione: minacciate dal disturbo o  dalla distruzione dei loro rifugi, dalla scomparsa degli habitat di caccia e dalla diffusione dei pesticidi. A ciò si aggiunge la persecuzione diretta da parte dell’uomo, che spesso uccide o allontana i pipistrelli perché li reputa erroneamente pericolosi o portatori di malattie. I nostri pipistrelli sono innocui, non si impigliano nei capelli e non succhiano il sangue. Sono invece sterminatori di insetti nocivi, e le loro feci non trasmettono alcuna infezione, anzi costituiscono un eccellente fertilizzante.  I pipistrelli sono sensibilissimi ai cambiamenti ambientali ecco perché la legge italiana, così come la normativa europea, li protegge condannandone l’uccisione o il disturbo. “Indagini estese su questi eccellenti indicatori ambientali ci consentirebbero non solo di proteggerli bensì di valutare come è cambiato l’ambiente che ci circonda”, conclude Luca Bagni.
Jessica Bianchi

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