Sono un’emigrata per amore

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1992

L’anelito a una vita oltre i confini italiani c’è sempre stato, ma la spinta decisiva verso il trasferimento in Germania di Rosa Faneli, 34 anni, figlia dei titolari della pizzeria-gastronomia La Sfiziosa di via Roosevelt, è stata data da Paul, un ragazzo tedesco conosciuto durante l’Erasmus a Nizza, ora suo marito nonché padre della sua bambina. Ed è proprio per stare insieme a lui che Rosa, nove anni fa, è andata a vivere a Gottinga, vicino ad Hannover, e ha scelto di non fare più ritorno in Italia, se non per venire a trovare la sua famiglia. Una moderna emigrata italiana che ha scelto di trasferirsi non per esigenze lavorative ma per amore, anche se ammette: “le opportunità lavorative che ci sono qui nel settore delle lingue, in Italia non le avrei trovate”. Laureata in Lingua e Letteratura Straniere all’Università di Bologna e specializzata in Linguistica Applicata, a Gottinga, Rosa ha trovato subito lavoro come insegnante di italiano e da due anni lavora come coordinatrice organizzativa/didattica presso un’Università della Terza Età a Friedrichshafen, sul lago di Costanza. “Si chiamano Volkshochschule, traducibili letteralmente come Università del popolo, e sono le scuole di formazione per adulti. In Germania sono molto più in voga rispetto all’Italia e rappresentano un’ottima opportunità professionale per chi vuole fare l’insegnante e viene dall’estero”.

E’ stato difficile ambientarsi a vivere in Germania?

“Sorprendentemente no. Un po’ grazie a Paul ovviamente, e un po’ per il fatto che Gottinga è una cittadina poco più grande di Carpi, con circa 100mila abitanti. Inoltre, è molto interculturale, quasi una città studentesca dove abitano un sacco di studenti stranieri, e molti altri vanno e vengono. E’ una realtà motivata, speranzosa e proiettata verso il futuro: molto delle persone che passano di qui stanno facendo o hanno fatto esperienze internazionali e sanno cosa significa prendere e partire. Io, poi, sono abituata ai grandi cambiamenti: a 14 anni sono partita da Napoli con i miei genitori e i miei fratelli per trasferirmi a Carpi e devo ammettere che è stato più difficile quell’inserimento e il passaggio dal Sud al Nord rispetto a questo in Germania”.

La lingua tedesca la conoscevi bene?

“A livello scolastico la conoscevo bene avendola studiata all’Università ma l’esperienza diretta sul posto è sempre più difficile. I primi tempi mi sono aiutata anche con l’inglese poi, grazie anche all’aiuto di Paul, ho acquisito più dimestichezza nel parlato. Ormai non ho più un accento nè napoletano, né carpigiano, ma tedesco”.

Di cosa ti occupi?

“Mi occupo di selezionare i docenti per i corsi di lingue europee ed extraeuropee, di organizzare il calendario delle lezioni e degli eventi. Organizziamo diverse serate a tema: la serata italiana, quella francese… C’è un meraviglioso mix di culture. Attualmente sono in maternità perché ad agosto è nata mia figlia, ma tra qualche mese sarò di nuovo operativa, e non vedo l’ora, dal momento che amo molto il mio lavoro, costante fonte di stimoli”.

Pensi che saresti riuscita a trovare così facilmente un lavoro congruo alle tue competenze anche in Italia?

“Sono partita a 25 anni prima ancora di iniziare la ricerca di un lavoro post-laurea, per cui non ho una controprova diretta, ma conoscendo le esperienze di amici e

conoscenti in Italia, posso ipotizzare che non sarebbe stato altrettanto semplice. Nemmeno in Germania è facile diventare insegnante, occorre studiare molto e superare i concorsi, ma qui ci sono molte più opportunità proprio

grazie alle scuole per adulti e alle Volkshochschule, come quella in cui sono stata assunta io”.

Ti manca l’Italia?

“Ovviamente. E soprattutto la mia famiglia. Ma quando la nostalgia diventa pressante, in poche ore posso ritornare a casa mia, in Italia, e mangiare una buona pizza da papà”.

Chiara Sorrentino