Guardando la Pietra…

Diciamo la verità: alla Pietra di Bismantova ci siamo già stati tutti. O meglio: sulla Pietra di Bismantova ci siamo già stati tutti. Ma nei pressi ci sono delle piccole meraviglie e dei percorsi che meritano di diventare un “sentiero minimo”. Una nuova puntata della rubrica Sentieri minimi di Bruno Pullin.

0
355

Diciamo la verità: alla Pietra di Bismantova ci siamo già stati tutti. O meglio: sulla Pietra di Bismantova ci siamo già stati tutti. Ma nei pressi ci sono delle piccole meraviglie e dei percorsi che meritano di diventare un “sentiero minimo”. Andiamo dunque alla Pietra e parcheggiamo lungo la strada, ove consentito, appena prima di arrivare al Piazzale Dante, così – se vi va – evitiamo di pagare la sosta. Se vogliamo prendere un caffè prima di iniziare il giro dobbiamo sorbirci la scalinata che porta al Rifugio della Pietra. Completato il rito, torniamo subito sotto al Piazzale dove, in direzione sud, comincia un sentiero che ha varie denominazioni: 698, Sentiero Spallanzani (5° tappa), Sentiero Natura dei Gessi Triassici e forse qualche altro. Appena fatto partire il GPS, vediamo un sentiero che si stacca sulla sinistra verso Ovest (Punto di riferimento 2 della mappa) ma noi proseguiamo diritti, poi ad un bivio successivo “a Y” (Punto di riferimento 15 della mappa) teniamo la sinistra. Se non lo avete ancora fatto, fermatevi e giratevi di 180 gradi: la vista da qui della Pietra è davvero meravigliosa. Scendiamo in leggera discesa fino ad un incrocio [Punto di riferimento 4 della mappa]. Questa volta prenderemo la destra, restando pertanto sul Sentiero 698 / Sentiero Natura dei Gessi. Nei pressi si trova, in mezzo a un campo un vecchio pero di una antica e sconosciuta varietà (Punto di riferimento 5 della mappa). Nonostante sia abbastanza malconcio è molto fotografato nelle immagini della Pietre ed è soprattutto testimone di un passato in cui si mettevano delle piante per fare ombra a chi lavorava nei campi o curava il bestiame al pascolo. Spesso si trattava di piante da frutta, così oltre all’ombra, ci si poteva gustare un buon frutto: susini, peri, ciliegi e meli davano peraltro frutti in vari periodi dell’anno, garantendo una merenda sana e a portata di mano a chi lavorava lontano da casa.

In questo tratto attraversiamo campi coltivati e prati dove è frequente vedere qualche animale selvatico dei quali la zona è piena, come testimoniano le tantissime impronte sulla carrareccia. Il giorno del nostro passaggio abbiamo visto le impronte di tasso, cinghiale, capriolo e forse di un lupo. Anche le “fatte”, lasciate in bellavista proprio per segnare il territorio, indicano che la zona è davvero molto abitata. All’inizio dell’inverno, lungo il percorso, è un piacere assaggiare le bacche del prugnolo e della rosa canina (riserva atomica di vitamina C) mentre a fine estate in questo tratto abbondano le more.

Proseguiamo tra prati intervallati a zone boscate che pian piano si riprendono il loro spazio, e, quando il sentiero riprende leggermente a salire, vediamo sulla destra [Punto di riferimento 6 della mappa] una ennesima carrareccia che prendiamo in salita verso il monte Camorra. Fatte poche decine di metri ci infiliamo a sinistra su una piccola carrareccia in salita che subito dopo diventa un sentiero. Proseguiamo in pratica in leggera salita attraverso il bosco, fino ad una curva a gomito del sentiero [Punto di riferimento 7 della mappa]. Ancora poche centinaia di metri ci servono per raggiungere la sommità del Monte Camorra (863 m). Se vogliamo è arrivato il momento per un piccolo spuntino. In autunno qui possiamo raccogliere le castagne, mentre in primavera noteremo senz’altro delle belle fioriture di orchidee selvatiche. Il percorso si presta anche per una camminata con la neve in pieno inverno, non essendoci particolari difficoltà né punti esposti del sentiero.

Terminata la pausa possiamo proseguire fino ad incrociare al termine di un tratto in discesa in piccolo prato incastonato nel bosco un sentiero che prendiamo sulla sinistra (Punto di riferimento 8 della mappa), fino a incontrare una stradina forestale nel bosco che prendiamo a destra (Punto di riferimento 9 della mappa). La seguiamo fino a due isolate e abbandonate case nel bosco (Punto di riferimento 10 della mappa) dove prenderemo in discesa a sinistra la carrabile fino alla strada che da Vologno di Sotto porta a Ginepreto (Punto di riferimento 11 della mappa).

Seguiamo la strada verso destra superando prima una fontana e poi l’ampia ansa che scavalca una valletta. Arrivati a Ginepreto (Punto di riferimento 12 della mappa) saliamo sulla destra verso la bella chiesa di Santa Apollinare, rimettendoci sul Sentiero Spallanzani. Nei pressi si trova un bell’agriturismo dove potreste fare un lauto pranzo in alternativa alla sosta nel bosco con il cibo al sacco [Punto di riferimento 14 della mappa]. Si prosegue passando davanti al cimitero di Ginepreto e, sempre con la Pietra di fronte, proseguiamo in direzione nord [Punto di riferimento 15 della mappa] stando sul Sentiero Spallanzani. Con una breve salita rientriamo in zona Piazzale Dante (Punto di riferimento 16 della mappa).

Già che siamo qui, è quasi obbligatorio cogliere l’occasione e salire sulla Pietra. Così abbiamo completato una bellissima mezza giornata in collina.

Abbiamo pensato in questa occasione di mettere dei punti di riferimento (c.d. “waypoint”) perché il “sentiero minimo” di questa volta è un po’ a zonzo tra campi e boschi quindi forse un po’ di aiuto è utile ad orientarsi.

Il percorso complessivo è di 7 km e si può effettuare in 2,5 ore di tempo, oltre alle soste.

I dislivelli sono limitati e il punto più ripido sono le scale che dal piazzale del parcheggio vanno al bar ristorante se volete prendervi il caffè prima di iniziare. A questo aggiungete la salita alla Pietra se volete farla per chiudere l’escursione.

Come sempre consigliamo di dotarsi prima della partenza di una mappa della zona (le numerose App sui cellulari vanno benissimo, fino a quando si scarica il telefono o si entra in zona in cui “non prende”). Portate sempre una buona scorta d’acqua anche in questa stagione. Tenete inoltre conto della brevità delle giornate nel periodo autunnale e invernale, per cui è opportuno pianificare l’uscita puntando sulla partenza ad un’ora adeguata. Nello zaino ricordatevi in ogni caso di tenere una torcia frontale. Nel caso è sempre una buona idea utilizzare una guida ambientale escursionistica per essere accompagnati in sicurezza.

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp