Da mesi in Emilia-Romagna il diritto al suicidio medicalmente assistito è sospeso in un limbo di incertezza, con gravi conseguenze per pazienti e operatori sanitari. Dopo l’annuncio, nell’aprile 2025, dell’imminente discussione davanti al Tribunale Amministrativo dell’Emilia-Romagna sui ricorsi contro le delibere regionali che ne garantiscono l’applicazione, tutto si è fermato.
“Quelle delibere, in particolare la n. 194 del febbraio 2024, avevano dato attuazione concreta in Emilia-Romagna alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, che riconosce il diritto all’autodeterminazione nel fine vita. Ma i ricorsi presentati da Forza Italia, dal Governo e dai movimenti “pro-life” – spiega Paolo Trande, consigliere regionale di AVS Emilia-Romagna – hanno bloccato l’applicazione delle misure, e da allora non è stata fissata alcuna data di udienza. Intanto, in Parlamento si discute un testo di legge che, per struttura e contenuti, appare chiaramente incostituzionale: esclude il ruolo del Servizio Sanitario Nazionale e rende obbligatorio il percorso di cure palliative come condizione per accedere al suicidio medicalmente assistito. Una forzatura che contraddice i principi stabiliti dalla Corte e che rischia di svuotare di senso il diritto stesso”.
In questa situazione, la nostra Regione resta di fatto paralizzata: “ogni singolo caso – prosegue Trande – rischia di trasformarsi in un ricorso, con richieste di sospensiva che costringono pazienti già duramente provati a percorsi di dolore e incertezza. È accaduto anche nel caso del paziente bolognese, morto naturalmente tra sofferenze indicibili mentre si attendeva una decisione del Tar”.
Non possiamo rimanere fermi di fronte a un simile vuoto di giustizia. “È necessario – conclude il consigliere – che il Tribunale Amministrativo si esprima quanto prima, per restituire chiarezza ai pazienti, ai medici e alla Regione stessa, e per stabilire se, come avvenuto in Toscana e Sardegna, anche l’Emilia-Romagna dovrà tradurre in legge ciò che oggi è regolato da delibere di Giunta”.
























