Lambrusco Republic, arriva il docufilm sul Lambrusco

Foodish, il progetto carpigiano nato dall’unione delle competenze della fotografa Giovanna Bortoli con quelle di Nilo Pacenza, consulente marketing con esperienza nel settore Food&Beverage, collabora al documentario Lambrusco Republic girato nelle cantine di Carpi e non solo dal regista Andrea Mignolò, per valorizzare il Lambrusco oltre regione.

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Giovanna Bortoli e Nilo Pacenza

Giovanna Bortoli e Nilo Pacenza, accomunati dalla passione per il settore eno-gastronomico e dalla convinzione che esso rappresenti uno degli assi portanti del terziario locale hanno creato l’agenzia Foodish per raccontare questo attraverso immagini, storie e progetti. Tra questi sta per essere presentato al pubblico il documentario Lambrusco Republic che vede tra i protagonisti proprio i vigneti carpigiani e non solo.

Come è nata la collaborazione con il regista Andrea Mignòlo per la realizzazione del documentario Lambrusco Republic?

Foodish: “Il punto d’incontro è stato Barbara Brandoli, organizzatrice storica della manifestazione Terre di Vite, l’evento (giunto quest’anno alla quattordicesima edizione) dedicato ai vini artigianali a Villa Cavazza di Bomporto di cui seguiamo la comunicazione digitale. È stata lei a coinvolgerci nel documentario presentandoci il regista. Questo progetto rappresenta per noi un contributo al territorio in cui lavoriamo, e la possibilità di dare merito a un mondo del vino che oggi parla al futuro, e a cui vorremmo dare rilevo anche a Carpi attraverso l’ideazione di una manifestazione a cui stiamo lavorando”.

In quali vigneti e cantine è stato girato e chi sono i protagonisti?

Andrea Mignòlo: “Il film è girato in tanti posti diversi. Alcuni protagonisti sono Alberto Paltrinieri dell’omonima cantina di Sorbara, Christian Bellei di Cantina della Volta di Bomporto, Vittorio Graziano di Castelvetro e Gianluca Bergianti di Terrevive di Gargallo di Carpi. In aggiunta, ci saranno tanti altri produttori e luoghi perché il fascino dei vini Lambrusco è anche nella sua diversità umana, geografica e ideologica. Si passa dalla pianura alle colline, dai rifermentati ai metodo classici, senza dimenticare il metodo più diffuso, quello della rifermentazione in autoclave. Inoltre, abbiamo coinvolto alcuni degli osti, chef e bevitori più rappresentativi”.

Cosa rende speciale il Lambrusco e come trasmetterlo anche fuori dall’Emilia?

Foodish: “Il Lambrusco è speciale perché sono speciali le persone che lo producono, il loro rapporto con il territorio e il modo in cui lo interpretano: è lì che nasce la forza di questo vino. Ognuno ha la sua idea. In collina si beve Grasparossa, in pianura Sorbara o Salamino.
Purtroppo, per troppo tempo il Lambrusco è stato percepito come un prodotto di basso valore, un ‘vino da tavola’ senza grandi pretese. Ma c’è molto di più: storie, ricerca, qualità. Per cambiare questa percezione serve un pubblico pronto ad ascoltare e produttori disposti a investire nella qualità e nella comunicazione della loro storia. Anche il territorio deve fare la sua parte, promuovendo e sostenendo le cantine che hanno scelto di puntare in alto. C’è ancora un grande lavoro da fare, ma c’è anche la consapevolezza che i vini Lambrusco hanno imboccato la strada della qualità e hanno tutte le carte in regole per trovare il loro posto nella cultura gastronomica contemporanea.

Cosa vorreste trasmettere con questo documentario? Quando e dove sarà presentato? E in seguito dove sarà possibile vederlo?

Andrea Mignòlo: “Vogliamo raccontare la diversità del mondo Lambrusco nei suoi aspetti umani, geografici e metodologici. Non siamo alla ricerca del Lambrusco perfetto, ma dei  Lambrusco con personalità: sono talmente diversi che ci sarà sempre un Lambrusco per ciascuno, e vogliamo renderlo co-protagonista della cucina modenese. Il film sarà presentato a fine primavera 2026 e successivamente in una serie di appuntamenti nella Provincia di Modena, dal vivo in diverse città in Italia e, speriamo, anche all’estero. A volte abbineremo alla proiezione del film una degustazione di alcuni dei vini protagonisti. Dopodiché potrà essere visto in streaming online. Chiunque sia interessato a una proiezione può contattarci e saremo felicissimi di organizzarla insieme. È un progetto indipendente e abbiamo il bisogno del supporto di tutti per riuscire a farlo vedere a più persone possibile”.

Qual è il futuro del Lambrusco?

Barbara Brandoli: “Come Sommelier e organizzatrice di eventi non posso che vedere un futuro roseo per il Lambrusco. È uno dei vini più versatili, ha una gradazione relativamente bassa e si beve con facilità. La cosa che mi fa meglio sperare per il suo futuro è la ricerca della qualità costante dei produttori. Il Lambrusco è uno dei vini più popolari in assoluto, sa parlare alla gente ed è strettamente legato al territorio di produzione ma, la strada che ha intrapreso è una via proiettata alle nuove scoperte e ai nuovi abbinamenti che sanno fondere il passato e la tradizione.

Sito ufficiale:  http://lambruscorepublic.com – Instagram: Lambruscorepublic

Chiara Sorrentino

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