Veronica Agosti e il vino come racconto

Veronica Agosti, carpigiana classe 1992, laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie e degli Alimenti, con un master inerente sul mondo del vino all'Università di Torino, è maestro assaggiatore di vino membro di Onav nonché docente e autrice di un blog: “Il nome Winderlust richiama l’esperienza che viviamo quando infiliamo il naso in un calice, cioè quella di un viaggio nel terroir. Uno stratagemma per riconoscere più facilmente un profumo particolare nel calice è quello di esercitare il proprio olfatto nell’arco della giornata: passando di fianco ad una siepe fiorita, facendo la spesa dal fruttivendolo, scrivendo con una matita dalla grafite molto spessa. Sono tutti modi utili per associare i profumi ai sentori del vino”.

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Fare della propria passione un lavoro. È ciò che ha realizzato Veronica Agosti, 32 anni di Carpi, che dopo la laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie ha scelto di diventare maestro assaggiatore e docente nel settore del vino.

Veronica, qual è stato il percorso professionale che ha intrapreso per diventare maestro assaggiatore di vini e docente e perché ha scelto di intraprendere questa professione?

“Questa è innanzitutto la mia passione più grande. Poi, la curiosità è stata alimentata con una formazione settoriale precisa. Dopo la laurea, ho sostenuto l’Esame di Stato e contestualmente sono stata eletta nel CDA del Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Modena. Ho cominciato subito a lavorare nel mondo del vino e mi sono iscritta al corso di primo livello per Assaggiatore di Vino di ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), per arrivare fino al terzo, passando poi per la Wine & Spirit Education Trust di Londra. Ho scelto di vivere e lavorare in questo mondo perché è estremamente dinamico e coinvolgente, e al tempo stesso scientifico: di continua ricerca e sviluppo. Mi piace molto osservare le persone e provo soddisfazione nel vederle mettere alla prova i propri sensi”.

Come si svolge la sua professione?

“Quella del Maestro Assaggiatore e della docenza è solo una parte della mia professione che mi porta a partecipare come docente nelle serate didattiche organizzate da Onav Modena, e da un paio d’anni, anche di alcune sedi Onav del Nord Italia. Le lezioni che mi competono completano un’offerta formativa molto ampia, e trattano principalmente le fasi di campo e di vinificazione in cantina. La parte sicuramente più stimolante è quella dedicata all’assaggio tecnico dei vini.

Da qualche tempo, inoltre, svolgo alcune attività di wine-coaching per singole persone o piccoli gruppi, che necessitano di formazione per il mondo del lavoro o per loro curiosità, tramite una formula online a distanza ma sempre con la possibilità di assaggiare dei vini grazie ad un servizio di spedizione che viene concordato con anticipo”.

Quali sono i parametri che la guidano nel giudicare un vino?

“Un errore comune, data la natura dell’uomo, è quello di dare (troppo) ascolto al proprio gusto personale. Per questo motivo, le lezioni e i mini-eventi sono sempre organizzati con una parte teorica e una pratica. Nella parte teorica, tra le altre cose, si affrontano i parametri che compongono la vista, cioè la tonalità e l’intensità del colore, l’olfatto, come la franchezza e l’armonia, e infine la parte dedicata al gusto con l’intensità gustativa, la persistenza, la corposità di un vino. Il tutto accompagnato dai maggiori descrittori che da sempre seguono il racconto di un vino, cioè l’insieme dei termini floreali, fruttati, speziati, minerali e, a questo punto, è sempre concessa anche un po’ di fantasia”.

In che modo ha affinato i suoi organi di senso?

“L’unico modo per stimolare gli organi di senso è quello di assaggiare e degustare, nei limiti del possibile, della salute e della sicurezza. Uno stratagemma per riconoscere più facilmente un profumo particolare nel calice è quello di esercitare il proprio naso nell’arco della giornata: passando di fianco ad una siepe fiorita, facendo la spesa dal fruttivendolo, scrivendo con una matita dalla grafite molto spessa, sono modi utili per associare i profumi ai sentori del vino”.

Come nasce l’idea di creare il blog Winederlust?

“Sono sempre stata una persona estremamente comunicativa e negli anni ho affinato le mie competenze al riguardo, ma non potendo comunicare con il mondo intero, ho pensato di riportare alcune delle degustazioni e degli eventi più belli del settore del vino in un blog.

Il nome unisce “wine” (vino) a “wanderlust” (voglia di viaggiare) e richiama l’esperienza che viviamo quando infiliamo il naso in un calice, cioè quella di un viaggio nel terroir (la combinazione di tre fattori chiave nella produzione di vini di qualità: suolo, clima e uomo), e della voglia di scoprirne di nuovi, che aumenta sempre di più. È un progetto che richiede molto tempo, e ogni volta che posso mi ci dedico”.

Progetti per il futuro?

“Il mio progetto è quello di proseguire il mio impegno lavorativo primario che è all’interno di una Cantina emiliana, seguito da quello nella divulgazione del vino, sia in Onav che nei miei eventi di wine-coaching. Inoltre, continuerò a investire anche nella mia formazione per rispondere al meglio ai bisogni sempre nuovi del mercato, offrire servizi concorrenziali e per l’inesauribile passione che mi muove”.

Chiara Sorrentino

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