Carpi ha la sua prima comunità energetica per condividere elettricità da fonti rinnovabili

“La vogliamo mantenere aperta quanto più possibile a tutti i soggetti del nostro territorio che vogliono contribuire” chiarisce Riccardo Cavicchioli, tra i fondatori di CER Servizi (per saperne di più info@cerservizi.it) che opera in tutto il Nord Italia.

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A promuovere il progetto è stata l’azienda carpigiana Energetica a cui si sono aggiunti professionisti reggiani del settore delle energie rinnovabili: si è costituita a Carpi la prima Comunità Energetica con l’obiettivo di aggregare produttori di energia da fonti rinnovabili e consumatori di energia coinvolgendo privati cittadini, Comuni, enti del terzo settore, piccole e medie imprese.

“La vogliamo mantenere aperta quanto più possibile a tutti i soggetti del nostro territorio che vogliono contribuire” chiarisce Riccardo Cavicchioli, tra i fondatori di CER Servizi (per saperne di più info@cerservizi.it) che opera in tutto il Nord Italia.

La Comunità Energetica è il soggetto giuridico individuato in Italia per condividere l’energia elettrica, per accedere agli incentivi e redistribuirli tra i membri, ha suo bilancio e costi da sostenere ma è anche un’opportunità: chi non è in possesso di un impianto fotovoltaico può utilizzare le fonti di energia rinnovabile prodotta da altri in modo eccedente rispetto alle necessità del loro autoconsumo.

“La Comunità Energetica, nella volontà del legislatore, ha l’obiettivo di condividere i flussi energetici coniugando l’eccedenza energetica con un bisogno” spiega Cavicchioli.

E così, l’azienda che deciderà di installare l’impianto fotovoltaico sulla copertura del proprio capannone potrà condividere l’energia prodotta in eccedenza con l’azienda vicina che aderirà alla comunità energetica come consumatore.  I residenti di un condominio in cui non è stato possibile realizzare un impianto fotovoltaico possono far parte di CER Servizi come consumatori di energia ma si può associare, come produttore, anche il condominio che con il suo impianto fotovoltaico produrrà energia rinnovabile in misura superiore all’autoconsumo. E ancora: una parrocchia che deciderà di installare l’impianto fotovoltaico aderendo alla Comunità Energetica potrà destinare ad altri edifici l’eccedenza di energia prodotta ottenendo un consistente risparmio in bolletta. Gli esempi sono tanti ma “occorre chiarire – aggiunge Cavicchioli –  che possono far parte della Comunità Energetica impianti di nuova costruzione successivi alla costituzione di CER Servizi, mentre i consumatori possono associarsi in qualsiasi momento”.

Ad oggi sono poche centinaia le Comunità Energetiche presenti in Italia a testimonianza di quanto possa essere complessa la loro costituzione, dalla redazione dello statuto all’organizzazione, ma il futuro è segnato e… Carpi c’è.

Sara Gelli

 

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