Caos traffico, parte la raccolta di firme

La petizione “Per una Carpi più scorrevole, tempi certi e aria pulita” è su change.org per chiedere “tempi certi e soluzioni concrete e per portare all’attenzione dell’amministrazione comunale il disagio che stiamo vivendo a causa dei lavori su diverse strade cruciali per la viabilità".

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Il gruppo Facebook Carpi Differente ha lanciato una raccolta firme sulla piattaforma change.org per protestare contro il traffico e i disagi che si vivono ormai ogni giorno in città a causa dei numerosi cantieri. Gli automobilisti sono esasperati da una situazione che, sostiene Christian Ferrarini di Carpi Differente, non è più accettabile.

Dalla nuova rotonda sulla tangenziale Bruno Losi, a livello del polo scolastico delle superiori, al cavalcavia di via Lama, da via Remesina a via Bollitora, e molte altre zone di Carpi, gli automobilisti ne stanno perdendo in salute e serenità a causa delle condizioni del traffico.

“L’iniziativa della petizione nasce dal malumore espresso dai cittadini anche sulla nostra pagina social in questi ultimi tre mesi di ‘furore cantieristico’ – così viene definito da Ferrarini – e con la ripresa delle attività, anche scolastiche, dal mese di settembre i cittadini sono esasperati perché è diventato estremamente complicato muoversi in città per i normali spostamenti casa – lavoro o per accompagnare i bambini a scuola e a fare sport”.

I problemi quotidiani sul lungo periodo diventano insostenibili, anche dal punto di vista ambientale, non solo di stress.

Per questo è stata promossa la petizione “Per una Carpi più scorrevole, tempi certi e aria pulita” su change.org, per chiedere “tempi certi e soluzioni concrete e per portare all’attenzione dell’amministrazione comunale il disagio che stiamo vivendo a causa dei lavori su diverse strade cruciali per la viabilità. Invitiamo a firmare perché è un’occasione irripetibile per far sentire la voce dei cittadini. I carpigiani hanno bisogno di prendere coraggio e di chiedere azioni trasparenti e concrete che salvaguardino la loro salute e l’ambiente in cui vivono”.

S.G.

 

 

 

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