L’ultima parola l’avranno, entro il 25 settembre, il PD di Modena e quello regionale ma è l’unica candidatura emersa dal partito di Carpi che ha indicato il suo nome per l’Assemblea della Regione Emilia Romagna: Stefania Gasparini sarà dunque tra gli otto candidati della provincia di Modena espressi dal Partito Democratico in vista delle elezioni regionali del 17 e 18 novembre.
“Se sarò scelta per rappresentare il territorio a Bologna, lo farò al massimo delle mie capacità, con tutta la passione e l’intelligenza di cui sono capace” ha scritto sulla sua pagina Facebook l’esponente carpigiana che ha dedicato la sua vita alla politica. Sono due i momenti di svolta della sua carriera. Il primo nel 2005 quando viene nominata segretario regionale della Sinistra Giovanile in Emilia Romagna. Risale a quel periodo l’amicizia con Michele De Pascale, oggi candidato alla Presidenza della Regione Emilia Romagna e che allora apparteneva al gruppo della Sinistra Giovanile di Ravenna.
Ancor più importante l’incarico politico a livello nazionale assegnatole nel 2019 dall’allora segretario del PD Nicola Zingaretti che chiamò Gasparini ad occuparsi di economia nominandola responsabile del Dipartimento Piccole e Medie imprese.
Quando ha iniziato se lo ricorda?
Il mio primo impegno di natura politica risale al periodo della scuola superiore. Avevo 15 anni. Mi occupai della settimana di autogestione al Liceo Fanti. A quei tempi era ministro dell’Istruzione la Iervolino e la morte di Falcone e Borsellino segnò le nostre vite. Fu come una molla. Poi ho cambiato scuola e mi sono diplomata a Modena ma è continuato l’impegno nei movimenti studenteschi e occuparmi della vita delle persone è rimasta la mia cifra personale
Apparteneva al gruppo del Kalinka?
Non ero nell’organico dell’organizzazione ma per la generazione a cui appartengo il Kalinka era il nostro mondo. C’ero anche io.
Come è approdata al partito?
A 18 anni sono entrata nella Sinistra Giovanile fino a diventare segretaria regionale nel 2005 contestualmente all’ingresso in Consiglio comunale in occasione del primo mandato del Sindaco Enrico Campedelli.
Poi ha preferito intraprendere un’altra strada?
Dopo la laurea in Scienze dell’Educazione lavorando da precaria come educatrice di scuola d’infanzia, ho conseguito il master di un anno in Relazioni Pubbliche e Istituzionali e ho scelto il lavoro di sindacalista, motivo per cui mi sono dimessa dal ruolo di consigliere dei DS perché le due cose erano incompatibili. Si è realizzata la profezia della maestra che avevo alla scuola elementare, Virginia Ronchetti: aveva l’abitudine di soprannominare i suoi alunni e io ero ‘la sindacalista’ ma un po’ ci ha azzeccato perché sono entrata nella Cisl Funzione Pubblica a tempo pieno e ho dedicato al sindacato tanta parte della mia vita professionale fino a diventare segretaria generale a Modena.
Quando è rientrata in politica?
Nel 2014 quando mi ha chiamato il Sindaco Alberto Bellelli al suo primo mandato. Le mie prime deleghe sono state alla Scuola e alle pari opportunità ma nel corso dei dieci anni in Giunta ne ho avute diverse: nel primo mandato ho ereditato quelle di Simone Morelli, nel secondo mandato quelle di Marco Truzzi facendo esperienza in tanti ambiti della macchina amministrativa.
Quali sono i temi che sente più suoi?
I servizi alle famiglie che ricomprendono casa, lavoro, asili, anziani e il tema generale dell’economia. Da sindacalista mi sono occupata tanto anche di sanità e con l’esperienza che ho vissuto sulla mia pelle ne posso individuare pregi e difetti. Uno storico slogan femminista diceva: ‘il personale è politico’ a significare che i problemi personali sono problemi politici e la politica può incidere sulla vita reale delle persone. Quando tocchi con mano la realtà riconosci ciò che funziona e ciò che non funziona. E’ vero che sono un’esponente politica ma mantengo grande attenzione alla realtà della vita quotidiana.
Sara Gelli