A caccia di zanzare per stanare il virus della West Nile

Vengono posizionate ogni 15 giorni, da maggio a ottobre, dodici trappole in altrettanti luoghi strategici della provincia: si tratta di aree verdi con una concentrazione importante di ristagni d’acqua e dove dunque è maggiore la proliferazione di zanzare.

0
277
Da sinistra Gioia Biasi e Cristiana Corsini, Dirigenti del Servizio Veterinario Ausl Modena

Come tutti gli anni, l’estate è il periodo della proliferazione delle zanzare, che possono veicolare il virus West Nile. Per il controllo della malattia è fondamentale la cattura e l’analisi delle zanzare: a occuparsi di questo è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna (Sezione di Reggio Emilia) in collaborazione con il Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Modena. Vengono posizionate ogni 15 giorni, da maggio a ottobre, dodici trappole in altrettanti luoghi strategici della provincia: si tratta di aree verdi con una concentrazione importante di ristagni d’acqua e dove dunque è maggiore la proliferazione di zanzare. In particolare oggi, è stata posizionata una trappola nei pressi di Stradello Frati a Baggiovara, che consentirà di raccogliere un campione di insetti che verranno poi analizzati per verificare la presenza del virus. In tutti i dodici siti individuati le trappole vengono collocate nel tardo pomeriggio. Il ghiaccio secco contenuto al loro interno, sublimando, libera anidride carbonica (CO2), simulando così ciò che avviene con l’espirazione da parte dell’uomo. È proprio la CO2 infatti ad attirare le zanzare, che vengono convogliate – grazie all’azione di una ventola – in una rete da cui non riescono più ad uscire. Il mattino seguente i Veterinari la inviano all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Reggio Emilia per l’analisi. Nel caso in cui venga evidenziata la presenza di virus, vengono adottate misure di contenimento a cui collaborano anche i Comuni e, in particolare, il controllo sulle donazioni di sangue, organi e tessuti e l’attivazione, sul territorio interessato, di interventi programmati con adulticidi presso le strutture o i servizi con aree esterne verdi maggiormente frequentati da categorie a maggior rischio (fra cui strutture sanitarie e CRA pubbliche e private). Non manca, inoltre, una capillare informazione alla popolazione sui sistemi di prevenzione personale contro le punture.

In particolare, nella giornata di oggi è stata posizionata una trappola in un’area vicino a un laghetto di strada Martiniana, che consentirà di raccogliere un campione di insetti che verranno poi analizzati per verificare l’eventuale presenza di West Nile. Il controllo della malattia si avvale anche dell’attiva collaborazione con gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC). Ogni 15 giorni da maggio a ottobre, infatti, i cacciatori conferiscono ai Servizi Veterinari esemplari di avifauna selvatica prelevati nei loro piani di controllo. Ciò permette, assieme alla cattura degli insetti con le trappole, di avere dati completi e precoci sulla circolazione virale nel territorio. Sono gli uccelli selvatici, infatti, che fanno da serbatoio per la malattia.

“La lotta alla West Nile è l’esempio perfetto di One Health – dichiara Gioia Biasi, Dirigente Veterinario dell’AUSL di Modena – e richiede l’impegno di Enti e Istituzioni, ma anche l’aiuto dei cittadini nel contrasto alla proliferazione delle zanzare. Istituto Zooprofilattico, Servizio Veterinario e Comuni sono coinvolti in prima persona a contrasto della malattia, ma è il cittadino che supporta le attività messe in campo adottando comportamenti virtuosi, come a esempio la rimozione dei ristagni d’acqua nelle aree esterne delle proprie abitazioni, che possono diventare focolai larvali. La salute dell’uomo è il risultato della salute anche di animali e ambiente”.