Quando la domotica prolunga la vita autonoma degli anziani

Gli appartamenti protetti del Care Residence di via Nuova Ponente verranno dotati di ulteriori sensori e device per monitorare i parametri ambientali e sanitari degli ospiti.“L’obiettivo - spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari - è quella di riuscire a prolungare il più a lungo possibile la domiciliarità della popolazione anziana in condizioni di sicurezza, spostandone nel tempo l’eventuale ingresso in una struttura residenziale”.

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Sono una quarantina i braccialetti “intelligenti” che il Comune di Carpi, unitamente alla cooperativa sociale Anziani e non solo, ha distribuito in via sperimentale ad altrettanti anziani che vivono al proprio domicilio per monitorarne i parametri. Un’iniziativa importante poichè non solo rassicura i famigliari circa le condizioni dei propri cari ma, in caso vengano rilevate anomalie, la chiamata ai soccorsi da parte degli operatori che controllano la situazione è tempestiva e immediata. 

“L’obiettivo – spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Tamara Calzolari – è quella di riuscire a prolungare il più a lungo possibile la domiciliarità della popolazione anziana in condizioni di sicurezza, spostandone nel tempo l’eventuale ingresso in una struttura residenziale”. Ed è sullo stesso solco che si colloca un’altra sperimentazione, che attende solo l’avallo finale da parte di Unimore, ovvero l’implementazione di ulteriori sensori all’interno del care residence di via Nuova Ponente, dove sono stati realizzati degli appartamenti protetti che accolgono persone con vita autonoma. 

“Questo importante progetto di domotica, portato avanti insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia, ente capofila, – prosegue Calzolari – prevede l’istallazione di una serie di sensori ambientali e alcuni device per misurare i parametri degli ospiti parzialmente auto sufficienti che ne faranno richiesta. Già nella progettazione della struttura sono stati previsti una serie di apparecchiature che rilevano ad esempio la temperatura degli ambienti o che, in caso di caduta dell’anziano, inviano degli alert alla centralina posta al piano terra dove insistono i centri diurni”. Ora il progetto si espanderà, attraverso il potenziamento di tali strumenti per “prorogare il più possibile l’esistenza autonoma degli ospiti. I parametri di salute, dal battito cardiaco alla pressione, alla temperatura corporea, verranno inviati e raccolti in un’apposita piattaforma di atterraggio dati monitorata dagli operatori socio-assistenziali che lavorano al Care Residence. Se il modello si rivelerà funzionale ed efficiente potrà poi essere allargato ulteriormente ad altre realtà e, in particolare, nelle case di anziani e malati cronici”. A mancare ora è solo il nullaosta del Comitato etico di Unimore ma è solo una questione di tempo.

Jessica Bianchi 

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