Bonus rammendo introdotto in Francia: per Guaitoli (Lapam) “misura giusta che contrasta il fast fashion”

La misura vuole incentivare i cittadini transalpini a far aggiustare scarpe e vestiti usati anziché gettarli via, per diminuire consumi e sprechi.

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«Non chiamatelo solo “bonus rammendo”: è una misura che punta a contrastare il fast fashion e a dare valore al saper fare degli artigiani». Roberto Guaitoli, presidente Lapam Confartigianato per la categoria della Moda, commenta così il cosiddetto “bonus di riparazione tessile”, meglio noto come “bonus rammendo”, istituito dal governo francese con l’obiettivo di andare incontro a un mercato più sostenibile per imprese e consumatori. La misura vuole incentivare i cittadini transalpini a far aggiustare scarpe e vestiti usati anziché gettarli via, per diminuire consumi e sprechi. Un’iniziativa possibile grazie a uno stanziamento di 154 milioni di euro dal 2023 al 2028. «Il contributo alla riparazione istituito in Francia – prosegue Guaitoli – è un’operazione culturale che deve essere al più presto replicata in Italia. La misura agisce nella direzione del contrasto al famigerato fast fashion, incentivando al riutilizzo e alla sostenibilità, evitando sprechi inutili e dannosi per il sistema della moda e per il pianeta in generale. Senza dimenticare che aiuta e sostiene gli artigiani e il loro saper fare: sarti e calzolai sono mestieri strategici per il comparto e sono professionisti in grado non soltanto di creare capi d’abbigliamento su misura, ma anche di riparare e dare nuova vita ai prodotti, guardando a un loro riuso e riutilizzo. Le aziende del nostro distretto, che rimane uno tra i più importanti al mondo, producono capi di alta qualità: una qualità che si può riscontrare sia nella scelta delle materie prime che nella cura dei dettagli e nell’attenzione durante il procedimento di confezionamento lungo tutta la filiera. Il “bonus rammendo”, inoltre, va a favore di chi acquista prodotti di valore, come quelli che gli artigiani del nostro distretto della moda sanno realizzare: è fondamentale dunque replicarlo anche in Italia per riportare all’attenzione di una clientela “distratta” da anni di fast fashion l’esistenza di queste attività e delle loro straordinarie capacità di intervento».

 

 

 

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