“Basta stare a guardare, dobbiamo combattere l’indifferenza”

Quella della carpigiana Emanuela Lusuardi è una scrittura diretta, potente. Di denuncia. Il suo obiettivo? “Risvegliare più anime possibili per poter salvare i minori in difficoltà, portandoli via da ogni tipo di sofferenza. Svegliare le coscienze perché così non possiamo andare avanti”. Il suo secondo libro si intitola Osmosi. Liberi di essere, un appassionato romanzo che mescola il romance alla denuncia sociale e che si basa su fatti di cronaca vera denunciando con forza la condizione di milioni di minori in tutto il mondo, vittime di ignoranza, superstizione o pura crudeltà, abbandonati a un destino che senza un intervento massivo resterebbero senza futuro.

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Emanuela Lusuardi

Violenza, prevaricazione, soprusi. Troppo spesso la cronaca ci racconta storie terribili di donne e minori vittime di maltrattamenti fisici e psicologici. Una brutalità che è figlia di una cultura che resiste nonostante gli sforzi fatti sinora per contrastarla, a partire dall’educazione delle giovani generazioni. Ed è proprio per sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza su questi temi imprescindibili che lo scorso 12 luglio, nella suggestiva cornice del Cortile d’Onore, ComuneUniversità per la libera età Natalia Ginzburg e Consulta Comunale B – Attività Culturali, Educative e Celebrative hanno promosso la presentazione del libro Osmosi. Liberi di essere, della carpigiana Emanuela Lusuardi, intervistata dalla libraia Silvia Nieddo della Mondadori Bookstore di Carpi, serata a cui hanno preso parte anche le associazioni Centro Antiviolenza Vivere DonnaNon è colpa miaUnione Donne in Italia e Cif.  Il libro è il secondo volume della serie narrativa inaugurata da Osmosi. Nati dalla parte sbagliata, vincitore del concorso letterario Books for Peace 2022 nella sezione Tutele diritti dell’infanzia. Un appassionato romanzo che mescola il romance alla denuncia sociale e che si basa su fatti di cronaca vera (come quelli delle bambine maledette e degli enfant sorciers accusati e perseguitati ingiustamente per stregoneria) denunciando con forza l’abominevole condizione di milioni di minori in tutto il mondo, vittime di ignoranza, superstizione o pura crudeltà, abbandonati a un destino che senza un intervento massivo resterebbero senza futuro. Nel secondo volume Liberi di essere, Brigid, la protagonista, si è unita sotto falso nome a una missione umanitaria in Nepal, dove il terremoto ha aggravato la dilagante povertà dando adito a un fitto e cinico commercio di organi e vite umane. Per proteggere una di queste bambine e indagare sulle trame che tolgono loro un futuro, Brigid finirà nel tempio della prostituzione dei minori a Nuova Delhi, mentre il suo amato Charles e il fidato Jace seguiranno ogni traccia che sembra collegare un’azienda di trasporti di Atlanta con sospette attività di import-export in India, Nepal e Messico. Ed è proprio a Ciudad Juarez, la “città assassina” dove avevano già operato assieme per corruzione ed efferati conflitti tra cartelli di droga, che tornano per constatare come centinaia di ragazze arrivate per lavorare nelle fabbriche finiscano nelle liste dei desaparecidos. “Per me – spiega Emanuela – il rispetto del prossimo è fondamentale. Non fare agli altri ciò che non vuoi che venga fatto a te è un imperativo”. Durante gli studi universitari, Emanuela ha fatto volontariato tra le fila dell’AVO all’Ospedale Ramazzini di Carpi:  “è stata un’esperienza dura – racconta – che però mi ha insegnato tanto; mi ha permesso di crescere umanamente e di aumentare il mio desiderio di aiutare il prossimo e, in particolare, i più deboli. E’ allora che in me è nata l’urgenza che mi ha fatto dire: Basta stare a guardare! Combattiamo l’indifferenza”. Tecnica di fisiopatologia cardiocircolatoria, Emanuela Lusuardi dopo aver lavorato per anni in ambito sanitario, ha deciso di rivoluzionare la propria vita, assecondando il suo amore per la cucina e aprendo, insieme ad alcuni soci, una caffetteria in centro. “Il mio lavoro – sottolinea – mi ha permesso di trasformarmi caratterialmente, in modo positivo. Per me è molto importante creare un dialogo con i clienti e saperli ascoltare perché spesso bastano una parola di conforto e un sorriso per dare la giusta svolta alla giornata. Per me la felicità è nel sorriso altrui”. Un impegno, quello di Emanuela Lusuardi, che si concretizza anche nella scrittura. Una scrittura diretta, potente. Di denuncia. Il suo obiettivo? “Risvegliare più anime possibili per poter salvare i minori in difficoltà, portandoli via da ogni tipo di sofferenza. Svegliare le coscienze perché così non possiamo andare avanti”. Serate come quella del 12 luglio rappresentano preziose occasioni di sensibilizzazione e scambio. Momenti di riflessione resi possibili da uno strumento potentissimo, quello dell’arte appunto, capace di veicolare messaggi e di innescare un cambiamento. “Sono grata dell’opportunità – conclude Emanuela Lusuardi – e vorrei ringraziare gli assessori Tamara Calzolari e Davide Dalle Ave e Silvia Nieddu della libreria Mondadori, così come tutte le persone che hanno partecipato. Le parole hanno un peso e possono indurci ad agire. Il mio auspicio è proprio questo: prendere consapevolezza e non voltarsi dall’altra parte”.

Jessica Bianchi