Fiorista Salvioli compie 50 anni ma “l’amore per piante e fiori è forte come il primo giorno”

L’insegna squisitamente retrò ne tradisce l’età ma questa bottega storica carpigiana, nonostante abbia raggiunto il mezzo secolo di vita, ha ancora tanto da offrire . Era il 12 luglio 1973 quando Iva Muzzioli ha alzato per la prima volta la serranda di Fiorista Salvioli in via Bortolamasi, 29. Dagli Anni Ottanta in negozio ci sono la figlia Lorena Salvioli e suo marito Valerio Bonoretti: “abbiamo il privilegio di lavorare in un mondo variopinto. Pieno di colore e di bellezza. Non puoi non amare questo mestiere”.

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Iva Muzzioli, Lorena Salvioli e Valerio Bonoretti

L’insegna squisitamente retrò ne tradisce l’età ma questa bottega storica carpigiana, nonostante abbia raggiunto il mezzo secolo di vita, ha ancora tanto da offrire e da raccontare. 

Era il 12 luglio 1973 quando Iva Muzzioli ha alzato per la prima volta la serranda di Fiorista Salvioli: partito in punta di piedi, da allora il piccolo negozio di via Bortolamasi, 29 è diventato grande. Punto di riferimento in una città dove, nel corso del tempo, tanti fiorai hanno purtroppo spento le proprie vetrine uno dopo l’altro.  “Confezioni di corone per onoranze funebri, commercio al minuto di fiori, piante ornamentali e articoli inerenti”: è questa la dicitura che si legge nel documento di iscrizione alla Camera di commercio. Poi, nel 1975, ricorda Iva, “presi anche la licenza per vendere le sementi”.  Ma quello per piante e fiori è un amore contagioso e così, nel 1982, in società entrano anche la figlia di Iva, Lorena Salvioli e suo marito Valerio Bonoretti. 

La vetrina degli Anni Cinquanta e quella di oggi

Due generazioni di fioriste abitano questo spazio e continuano a convivere perchè “la passione per questo mestiere resta intatta nel tempo ed è forte come il primo giorno”, spiega Lorena. Un luogo in cui ritrovare il piacere di fermarsi anche solo per un saluto, per conversare, toccare, annusare… Un angolo in cui riassaporare una Carpi che sta scomparendo quasi del tutto. La Carpi delle botteghe, dove indugiare. Dove restare.  “Abbiamo il privilegio di lavorare in un mondo variopinto. Pieno di colore e di bellezza. Ogni mattina, quando mi sveglio, – aggiunge Valerio – sono pieno di entusiasmo. Il lavoro mi motiva, mi stimola, così come il rapporto col pubblico. Siamo cresciuti insieme ai nostri clienti, abbiamo instaurato un rapporto amichevole, famigliare quasi e questo ci rende orgogliosi e grati”. La città in questi cinquant’anni è profondamente mutata, così come il mercato, ma questa deliziosa bottega non solo resiste ma si rinnova. Continuamente. “Lorena ama stare in mezzo ai fiori recisi, farne mazzi e composizioni per ornare case e rendere speciale ogni celebrazione… Io invece mi occupo di ricerca, selezione e acquisti ma con le mani in mano non so proprio stare. Il mio obiettivo quotidiano è quello di creare sempre qualcosa di nuovo. Di bello e originale. Ogni cosa deve possedere il nostro tocco, raccontare la nostra identità, quella che altrove non puoi trovare”, mi racconta Valerio mentre sta componendo splendidi terrari all’interno di vasi di vetro di ogni forma e dimensione. Posto di fronte alla Scuola primaria Collodi, il negozio è da sempre un luogo sicuro per le famiglie: “ci sono stati anni in cui i genitori che dovevano scappare al lavoro prima del suono della campanella ci affidavano i loro figli. Non puoi immaginare il vocio e la confusione… ma per noi era un piacere. Le maestre dal canto loro, soprattutto a ridosso del Natale, chiedevano agli alunni di descrivere in un tema la nostra vetrina rigorosamente disegnata da noi”. Gli addobbi, in particolar modo quelli natalizi, costituiscono ancora un vero e proprio richiamo: impossibile non restare incantati davanti alla giostrina dei cavalli in legno nata tra le mani di Valerio e rispolverata ogni anno, come tradizione esige, ogni volta insieme ad altre preziose creazioni homemade spruzzate di neve e con un tocco immancabilmente rosso.

Insomma cinquant’anni di passione e non sentirli perchè, sorridono Lorena e Valerio, “ogni volta che ci sfiora l’idea di chiudere, arriva una nuova sfida, un ordine particolare, una richiesta a cui è impossibile rinunciare”. La tradizione di famiglia, almeno per ora, pare essersi interrotta, dal momento che le tre figlie della coppia, Eleonora, Veronica e Francesca, hanno intrapreso altre strade ma chi può dire cosa riserva il futuro: magari una di loro resterà stregata dal profumo delle peonie, come è accaduto alla madre… 

Jessica Bianchi 

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