“La Romagna ha bisogno dell’aiuto di tutti noi”

Vive a Roma da anni il carpigiano Lorenzo Benatti ma non ha dimenticato le sue radici e quando la Romagna è stata devastata dalle alluvioni ha deciso di mettersi a disposizione per dare una mano. “Mi sono recato due volte a Forlì per cercare di essere d’aiuto ed è stata un’esperienza davvero totalizzante. Chiunque voglia dare una mano è il benvenuto. Ciò che conta è che chi decide di andare lo faccia in modo consapevole, verificando di avere la copertura antitetanica e armandosi di guanti, mascherine con filtro, stivali possibilmente antinfortunistici e occhiali da lavoro. Polveri, liquami e muffe imperversano e dunque è necessario proteggersi per il bene della propria incolumità. Aiutare è importante ma non si devono sottovalutare i pericoli”.

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Jacopo Maccari e Lorenzo Benatti

Vive a Roma da anni il carpigiano Lorenzo Benatti ma non ha dimenticato le sue radici e quando la Romagna è stata devastata dalle alluvioni ha deciso di mettersi a disposizione per dare una mano. “Mi sono recato due volte a Forlì per cercare di essere d’aiuto ed è stata un’esperienza davvero totalizzante. Al centro di reclutamento dei volontari ho conosciuto tanti ragazzi di Carpi e, in particolare, ho avuto il piacere di lavorare gomito a gomito con Jacopo Maccari con cui abbiamo fatto subito amicizia. Il nostro gruppo era coeso ed entusiasta e, malgrado la fatica fisica e mentale, abbiamo messo a disposizione le nostre energie per cercare di alleviare i disagi che le popolazioni colpite stanno vivendo”.

I primi giorni, racconta, “abbiamo spalato fango dalle strade, liberato cancelli automatici bloccati, vuotato e ripulito scantinati e tavernette. L’immagine di tutti quegli elettrodomestici, mobili e oggetti ricoperti di fango accatastati per le strade ti entra dentro. Cumuli di ricordi, di vite… tutto da buttare. E’ angosciante”.

Dopo alcuni giorni Lorenzo è rientrato a Roma per rifiatare: “avevo bisogno di sgombrare un poco la mente, di assimilare quanto avevo visto e di elaborarlo. Ho visto tante persone anziane in difficoltà, uomini e donne che potrebbero essere i miei nonni, che ci chiedevano aiuto dalle case. Gente che aveva perduto ogni cosa. Afflitta. In cerca non solo di braccia ma anche di una parola di conforto, di un supporto emotivo. Come fai a non lasciarti coinvolgere da tutto quel dolore?”. Poi però Lorenzo e Jacopo hanno deciso di tornare una seconda volta: “abbiamo consegnato viveri e generi di prima necessità alle persone più fragili e poi abbiamo continuato a pulire sottoscala e scantinati grazie a delle vere e proprie staffette di secchi.  Dopo settimane dalle alluvioni infatti, quel che resta negli ambienti è una fanghiglia maleodorante che non può più essere raccolta coi badili”. Il lavoro da fare è tanto e, prosegue Lorenzo Benatti, “i volontari non sono troppi, al contrario. Chiunque voglia dare una mano è il benvenuto. Basta recarsi nei centri che coordinano i lavori. Ciò che conta è che chi decide di andare lo faccia in modo consapevole e si tuteli, verificando di avere la copertura antitetanica e armandosi di guanti, mascherine con filtro, stivali possibilmente antinfortunistici e occhiali da lavoro. Polveri, liquami e muffe imperversano e dunque è necessario proteggersi per il bene della propria incolumità. Aiutare è importante ma non si devono sottovalutare i pericoli”. Carpi, così come l’Emilia, non ha dimenticato la generosità dimostrata dai romagnoli in occasione del sisma del 2012 e ora che un altro devastante “terremoto” ha sconvolto la Romagna, “siamo noi a dover fare la nostra parte. Io ho dato quel che potevo e ne sono orgoglioso, spero che tanti giovani carpigiani facciano lo stesso – conclude Lorenzo – perchè la strada verso la normalità per quella terra è ancora decisamente in salita”.

Jessica Bianchi