Il Festival compie 25 anni e celebra il traguardo con una mostra sotto al Portico Lungo

In occasione dei suoi 25 anni, il Festival internazionale delle Abilità Differenti, organizzato dalla Cooperativa Sociale Nazareno di Carpi, diventa anche una mostra open air allestita lungo il porticato di Piazza Martiri. La casa, la strada, il villaggio, che inaugura domani, sabato 6 maggio, alle 10, propone numerosi scatti eseguiti nel corso del tempo durante le tante rappresentazioni teatrali realizzate dai ragazzi della Nazareno.

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La casa, la strada, il villaggio. E’ questo il tema della XXV edizione del Festival internazionale delle Abilità Differenti organizzato dalla Cooperativa Sociale Nazareno di Carpi che si terrà tra Carpi, Correggio, Pavullo, Mirandola e Bologna dal 6 al 28 maggio (per il programma consulta il sito: festivalinternazionaleabilitadifferenti.it).

Una manifestazione nata in punta di piedi, 25 anni fa, e che oggi non solo è diventata grande ma continua a crescere. “Quando abbiamo iniziato il primo Festival nel 1999 – spiega il comitato organizzatore – non potevamo nemmeno immaginare quanto avremmo visto in questi 25 anni. Quanti eventi organizzati, quanti artisti ospitati, quante persone incontrate! Abbiamo partecipato a spettacoli entusiasmanti, delicati, travolgenti, raffinati; ci hanno stupefatto racconti di vite difficili ma piene di forza e speranza. Siamo stati di fronte a donne e uomini che hanno saputo sfidare i limiti per portare alla luce qualcosa di nuovo, di inaspettato, di grande. Dagli artisti alla gente comune, tutti differenti ma uniti dalla inesausta ricerca del proprio posto nel mondo, della luce che ciascuno può offrire in modo unico e così terribilmente meraviglioso. In una parola, quanta bellezza. L’arte e la cultura sono il filtro che ogni anno, ogni giorno, scegliamo per posare lo sguardo sul valore e sul talento di ogni persona, soprattutto dove sono più nascosti o sembrano mancanti. Da 25 anni costruiamo case, strade e villaggi per una nuova società”.

Un traguardo importante che celebra un lavoro corale, uno sforzo quotidiano e appassionato: “il primo spettacolo in realtà, Don Chisciotte, – ricorda Sergio Zini, presidente della Coop Nazareno – fu messo in scena nel 1994, nel Cortile d’onore di Palazzo Pio. Volevamo far incontrare i nostri ragazzi col pubblico, mostrarne il valore, le abilità. Far capire chi erano veramente, affinché potessero esprimere se stessi, raccontarsi nonostante le apparenze. Questi 25 anni sono stati possibili grazie alla tenacia e alla volontà di tanti poiché il Festival rappresenta un momento fondamentale di valorizzazione, incontro, scambio… l’occasione per lanciare messaggi e promuovere una cultura più umana”.

Il tema scelto, La casa, la strada, il villaggio, nasce dalla consapevolezza che queste tre parole rappresentano il fondamento stesso “di una civiltà relazionale. Tutti noi abbiamo bisogno di una casa che a sua volta è inserita in un contesto allargato, un villaggio, collegata ad esso tramite strade, ponti. Non si può vivere senza relazioni significative malgrado il generale clima di sospetto che ci circonda e l’allontanamento che il Covid ha contribuito a creare. Ecco in questa società tanto individualista noi vogliamo lanciare un messaggio nella bottiglia, rilanciando l’importanza dei rapporti umani”, conclude Sergio Zini. 

Tra i primi a credere nell’arte come strumento di espressione anche per i ragazzi con disabilità vi è l’educatore Stefano Belloni. “Ricordo che avevo 18 anni e facevo l’obiettore di coscienza in Cooperativa quando, nel settembre del 1993, iniziammo a costruire il Don Chisciotte. Nel corso del tempo poi, il Festival è cresciuto e io con lui. Ho conosciuto artisti straordinari che, malgrado le loro disabilità, sono in grado di fare cose a dir poco eccezionali. Tra tutti non potrò mai dimenticare Tony Melendez, cantautore nato senza braccia e capace di suonare in modo incredibile la chitarra coi piedi. Oggi ho quasi 49 anni ma continuo ad ammirarli con lo stupore d’un tempo per aver creduto nelle proprie abilità, per aver perseguito le proprie passioni, superando ostacoli e andando oltre i propri limiti. Ogni volta mi fanno dono della lezione più grande: mai arrendersi. Uno spirito indomito a cui assisto ogni giorno anche nel mio lavoro in cooperativa coi ragazzi. Una professione a cui non rinuncerei mai”. Attraverso questi 25 anni sono stati numerosi i talenti emersi e tra le “star” della Compagnia della Nazareno, è impossibile non citare Daniele Verrini, “un fratello per me – sorride Belloni – un vero e proprio antidepressivo vivente. La sua freschezza e positività sono un insegnamento quotidiano”. Attore consumato che non è sfuggito nemmeno al regista Giacomo Campiotti che lo ha voluto nel cast della fiction Ognuno è perfetto in onda su Rai 1, al fianco di Cristiana Capotondi.

E ora questo bel viaggio di umanità e arte diventa anche una mostra open air allestita lungo il porticato di Piazza Martiri. La casa, la strada, il villaggio, che inaugura sabato 6 maggio, alle 10, propone numerosi scatti eseguiti nel corso di questi anni durante le tante rappresentazioni teatrali realizzate dai ragazzi della Nazareno. 

La mostra sarà inaugurata dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Carpi, Tamara Calzolari, unitamente a Gianni Fornasari, responsabile Centro Imprese Banco BPM, sponsor della mostra. A seguire una breve esibizione sul sagrato del Duomo della Compagnia di danza Ego Muto della Nazareno, diretta dalla coreografa Irene Stracciati

Jessica Bianchi 

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