Cresce l’allarme per la carenza di farmaci

I medicinali scarseggiano nelle farmacie del modenese: a mancare sono antinfiammatori, antipiretici, alcuni antibiotici, cortisonici per l'aerosol, prodotti per la tosse, ma anche farmaci antipertensivi e antiepilettici. La concomitanza di casi di Covid e influenza stagionale, unitamente alla difficoltà di reperimento delle materie prime, a partire dai principi attivi che arrivano soprattutto da Cina, attualmente alle prese con un boom di contagi, stanno creando una vera e propria tempesta perfetta. A tracciare una fotografia della situazione nel nostro territorio è la dottoressa Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena.

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Cresce l’allarme per la carenza di medicinali, dal Brufen alla Tachipirina: secondo l’ultimo monitoraggio dell’Agenzia Italiana del Farmaco sarebbero 3.200 i medicinali che scarseggiano nelle farmacie di tutta Italia, tra cui antinfiammatori, antipiretici, alcuni antibiotici, cortisonici per l’aerosol, prodotti per la tosse, ma anche farmaci antipertensivi e antiepilettici. 

La concomitanza di casi di Covid e influenza stagionale, unitamente alla difficoltà di reperimento delle materie prime, a partire dai principi attivi che arrivano soprattutto da Cina, attualmente alle prese con un boom di contagi, stanno creando una vera e propria tempesta perfetta.

Un mix micidiale che ha spinto il ministro della Salute Orazio Schillaci ad aprire un tavolo di lavoro urgente per definire la reale entità del fenomeno, indicare proposte risolutive e cercare di evitare allarmismi e conseguenti assalti ingiustificati alle farmacie. 

Ma qual è la situazione nel modenese? A rispondere è la dottoressa Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena: “il modenese rispecchia la situazione nazionale. Mancano gli antinfiammatori, fra tutti l’ibuprofene e i mucolitici a base di acetilcisteina, il Fluimucil per intenderci, anche se la maggiore criticità è rappresentata dagli sciroppi per bambini sempre  a base di ibuprofene, come il Nurofen… categorie di farmaci ampiamente utilizzate per la gestione dei sintomi del Covid e dell’influenza. All’impiego massivo che ha eroso le scorte si sommano poi i problemi legati al confezionamento dei farmaci, a mancare all’appello infatti sono le materie prime, dall’alluminio alle plastiche, ai silicati per le bottiglie di vetro, passando per gli stessi principi attivi. Per l’approvvigionamento il nostro Paese dipende da Cina, India e in parte dagli Stati Uniti e ora l’importazione è problematica anche a causa delle recrudescenze della pandemia”. Inoltre, la crisi energetica e il rialzo dei prezzi costringono a un allungamento della catena di approvvigionamento e dunque provocano un inevitabile rallentamento nella consegna dei farmaci.

“Un elemento consolante emerso durante il primo incontro avvenuto alla presenza del ministro Schillaci (ndr – 11 gennaio) è che il numero di farmaci dichiarati mancanti da 3.200 si è ridotto a 300; ovviamente – precisa la dottoressa Casale – stiamo parlando di principi attivi non di nomi commerciali. L’auspicio ribadito più volte nel corso del tavolo ministeriale è quello di implementare la produzione nazionale di farmaci con l’obiettivo, tanto audace quanto sfidante, di raggiungere l’autonomia. L’Italia è sede di numerose aziende farmaceutiche produttrici di farmaci ma dipende dall’estero per quanto riguarda i principi attivi e il materiale per il packaging, staremo a vedere”.

Quali sono le alternative ai medicinali mancanti? 

“La mancanza di materie prime – prosegue la dottoressa Casale – si riverbera anche sui medicinali equivalenti ma è pur vero che il farmacista può proporre un farmaco che, afferendo alla stessa categoria terapeutica, assicura la medesima azione”.

Per quanto riguarda le preparazioni pediatriche, dal momento che ai bambini non si possono somministrare capsule o pastiglie, “è possibile allestire il preparato nei laboratori galenici di cui ormai molte farmacie sono dotate perchè piccole quantità di ibuprofene sono disponibili. In questo momento comunque la situazione è un po’ in miglioramento”, assicura la presidente di Federfarma Modena.

A latitare sono vari farmaci di tutto il gruppo Pfizer, compresa l’Azitromicina. State osservando un abuso di antibiotici?

“La carenza del farmaco prodotto da Pfizer (ndr – lo Zitromax) è un fenomeno noto ai farmacisti già dall’autunno scorso ma è arrivato alla ribalta della cronaca solo ora con l’aumento dei casi di influenza. Quasi tutte le farmacie comunque sono in grado di soddisfare le prescrizioni e l’azitromicina è reperibile sia come farmaco brand che come equivalente. L’uso improprio degli antibiotici – e la conseguente antibiotico resistenza – purtroppo non è legato al momento ma è una problematica enorme con la quale ci stiamo confrontando da tempo. Un comportamento che se non verrà modificato metterà a dura prova l’efficacia stessa delle terapie”.

Jessica Bianchi 

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