E’ stato durante una consultazione dell’Analisi Statistica della popolazione carpigiana che quel numero 1 è balzato agli occhi. Campeggiava solitario nella pagina relativa allo stato civile degli stranieri residenti: una ragazzina di 15 anni a Carpi coniugata. Una sposa bambina di cui Tempo aveva scritto nel 2016 (https://temponews.it/2016/06/15/la-sposa-bambina/) senza avere informazioni dettagliate.
Quel numero contenuto nell’Analisi Statistica della popolazione carpigiana non è rimasto tale e successivamente è emersa una storia di segregazione i cui risvolti giudiziari arrivano ai giorni nostri.
Non c’è certezza che la protagonista corrisponda al numero contenuto nella statistica ma la ragazza kosovara è stata concessa in sposa dalla famiglia d’origine quando ancora era minorenne a seguito di un matrimonio combinato. Quando è stata mandata a Carpi, per la giovanissima vittima è iniziato l’incubo: segregata dal marito e dai familiari di lui per lunghi anni, non poteva uscire, parlare con amici, accedere ai social. Il suo compito era quello di sbrigare le faccende domestiche. Da allora è diventata mamma per tre volte, ha partorito il primo figlio quando era ancora minorenne. Stanca dei soprusi e dei maltrattamenti si era rivolta alle forze dell’ordine. Lunedì 7 novembre è iniziato il processo per i genitori del marito della ragazza che oggi ha 22 anni ed è stata posta sotto protezione. Il compagno è stato condannato nei mesi scorsi con rito abbreviato a oltre sei anni di carcere.
A differenza degli anni precedenti, dal 2019 non risultano minorenni coniugate nell’analisi della popolazione carpigiana. Non è una ragione sufficiente per smettere di monitorare quei numeri.
Sara Gelli