Bar e ristoranti alla disperata ricerca di personale

Sono tantissime le posizioni ancora vacanti, lo si nota visionando le bacheche on-line delle società di ricerca di personale o vedendo gli annunci affissi sulle porte di tanti bar o ristoranti.

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Non finiscono le difficoltà per bar e ristoranti che, dopo due anni stretti nella morsa del Covid-19, tra chiusure e riaperture, mentre ancora combattono con il caro bollette e i rincari dei prodotti, ora con l’arrivo della bella stagione, la riapertura dei dehors ed il conseguente aumento dei posti disponibili, si rinnova ancor più acuta dello scorso anno la mancanza di personale da assumere per la stagione

Sono tantissime le posizioni ancora vacanti, lo si nota visionando le bacheche on-line delle società di ricerca di personale o vedendo gli annunci affissi sulle porte di tanti bar o ristoranti.

Le motivazioni sono diverse, a partire dalla riapertura delle frontiere che ha permesso di emigrare per lavorare nei paesi extraeuropei, anche Gran Bretagna nonostante i problemi connessi alla Brexit, dalla accentuazione di una tendenza che vede molti studenti delle scuole alberghiere del nostro territorio spostarsi verso località a più alta vocazione turistica, ma soprattutto dall’esodo verso altri settori, manifatturiero e agricoltura in primis, avvenuto nei periodo di chiusura per Covid. Non è trascurabile nemmeno l’impatto che hanno le varie misure che prevedono sostegno al reddito di disoccupati o inoccupati.

“E’ una situazione sempre più complicata per molti ristoratori e baristi – afferma Catia Fornari, Presidente Fiepet Confesercenti Modena – che stanno cercando di portare avanti la loro attività a volte compiendo scelte sofferte. E’ il risultato delle politiche portate avanti in periodo Covid che hanno considerato il settore dei pubblici esercizi come un segmento che si poteva “sacrificare” nella lotta alla pandemia e con tutte le chiusure, ha reso il lavoro nelle imprese ancor più precario”. 

Fiepet Confesercenti Modena chiede interventi per invertire questa tendenza che rischia di compromettere fortemente l’operatività di tante imprese. 

“In primis – continua Fornari – servono investimenti sulla formazione: occorre affiancare corsi professionalizzanti alle tradizionali scuole alberghiere, poi è necessario prevedere sgravi contributivi e fiscali per i nuovi assunti nelle imprese settore pubblici esercizi in modo da rendere economicamente più interessante un lavoro di grande sacrificio che prevede weekend lavorativi, lavoro notturno ecc.”  conclude Catia Fornari.

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