Caccia sì o caccia no a nutrie e cinghiali?

A chiarire i dubbi è Stefano Giovannini, presidente di Accademia Kronos Modena e fra i sostenitori del referendum promosso dal comitato si Aboliamo la Caccia contro la caccia nella nostra provincia.

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Il banchetto della raccolta firme per il referendum a Carpi

Da una parte il referendum contro la caccia, dall’altra la questione della gestione di specie ‘opportunistiche’ che possono creare problemi e che vengono contenute attraverso l’attività venatoria. A chiarire i dubbi è Stefano Giovannini, presidente di Accademia Kronos Modena e fra i sostenitori del referendum promosso dal comitato si Aboliamo la Caccia contro la caccia.

In particolare, i cinghiali, e le nutrie si riproducono in maniera esponenziale e si avvicinano sempre più alle città dove trovano cibo in abbondanza. Si sono registrati incidenti stradali, devastazione dei campi coltivati e danneggiamenti degli argini da parte di quegli animali che vi scavano le loro tane.

Se domani i cacciatori dicessero “basta” quali conseguenze ne deriverebbero?

“La legge 157/92 che riguarda la caccia dispone che gli animali in esubero debbano essere abbattuti ma prima prevede una serie di misure per il loro contenimento oggi non pienamente applicate. Si è preferito l’uso del fucile ma spesso si è rivelato controproducente: quando viene ucciso un maschio, all’interno di un nucleo viene accettata la sua sostituzione e un altro maschio gli subentra e il gruppo familiare si riforma proseguendo la propria vita riproduttiva.

In alcune zone del nord Italia dove si procede con la cattura dell’animale e la sua sterilizzazione si contiene meglio la proliferazione, i componenti del nucleo rimangono gli stessi e si chiude a qualsiasi possibilità di procreazione mentre con l’abbattimento dell’animale il gruppo si riforma”.

Insomma, “con le misure previste dalla legge, si risolve in modo più efficace il problema della proliferazione e, sul lungo periodo, si risparmiano i soldi attualmente destinali all’attività venatoria”.

A che punto è la raccolta di firme?

“Siamo a poco più di 420mila ed entro il 20 ottobre occorre tagliare il traguardo delle 500mila. Ci sono tanti ragazzi che si impegnano ai banchetti e a loro va un grande grazie. Chi non può recarsi al banchetto può rivolgersi al proprio Comune e firmare per il referendum contro la caccia negli uffici preposti”.

Quali sono le ragioni di chi viene a firmare?

“Al di là dell’amore per gli animali, tanti firmano perché infastiditi dall’invadenza di alcuni cacciatori che attraversano le proprietà private, nonostante siano da mantenere distanze di sicurezza per evitare situazioni di pericolo. Ho appena ricevuto una segnalazione tra Castelnuovo e Portile”.

S.G.

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