L’Officina delle arti alle Rodari

I bambini hanno avuto un maestro d’eccezione come Paolo Lasagni (Hyena) che graffia, strappa e lacera scatti di fotografia, per poi ricomporli ed elaborarli con tecniche prese a prestito dal restauro.

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La scuola primaria Rodari di Carpi rende onore al grande scrittore e pedagogista a cui è intitolata attivando, nel corso della prima settimana dell’anno scolastico, i laboratori del fare per stimolare l’immaginazione attraverso la sperimentazione di nuove tecniche. Da tempo gli insegnanti desideravano valorizzare gli spazi interni e la parte esterna della scuola attraverso opere d’arte che fossero il frutto del lavoro dei loro alunni e, nell’ambito del Piano Estate del Ministero dell’Istruzione, le insegnanti Emma Bozzi e Francesca Sgarbi hanno mosso un primo concreto passo progettando un’attività di espressione artistica che è stata programmata a scuola in orario extrascolastico dalle 16.15 alle 18.30.

Il risultato è stato apprezzato da chi, a piedi lungo via Cuneo, ha visto bambini intenti a disfare, accartocciare, dipingere per realizzare la loro opera d’arte insieme a un maestro d’eccezione, Paolo Lasagni (Hyena) la cui tecnica travalica la fotografia, strappata, lacerata e ricomposta e rigenerata in opera d’arte. Per Hyena era la prima volta con i bambini ma “non sarà certo l’ultima”.

Usa materiali di riciclo e completamente naturali per un approccio sensoriale “non solo attraverso la vista ma stimolando l’uso delle mani o utilizzando il caffè con il suo aroma profondo per ricavarne il pigmento. Abbiamo usato spugne e spazzolino da denti per colorare perché qualsiasi oggetto comune può essere strumento per comunicare”. Ai più piccoli ha chiesto di scegliere una fotografia e inserirla su un foglio di carta per poi contestualizzarla in uno spazio attraverso tecniche pittoriche come il dripping. I più grandi hanno appallottolato la fotografia e l’hanno buttata nel cestino. “Poi ognuno di loro ha pescato uno scarto a caso, l’ha strappato e poi incollato nuovamente su un supporto. Dalla distruzione o rottura, l’oggetto può rinascere a una nuova bellezza rigenerandosi come avviene attraverso la tecnica del kintsugi giapponese”.

Tanta manualità, riciclo e poi l’insistenza sull’importanza del gruppo classe: “il risultato finale sarà un’opera collettiva” annuncia Lasagni affiancato per la parte didattica da Federica Merighi.

“La grande lezione di Rodari – concludono le insegnanti – è stata proprio questa: la creatività ci rende liberi”. La creatività è insita nella natura umana ed è quindi alla portata di tutti. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo. E niente è più sbagliato che etichettare la fantasia come ‘roba da bambini’, al contrario, dovremmo accoglierla, svilupparla e utilizzarla per conoscerci meglio e vivere bene.

Sara Gelli

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