Ex Consorzio Agrario, giù le mani dal verde!

A lungo abbandonato, il complesso dell’ex Consorzio è oggi un tempio per la fauna selvatica ecco perchè gli ambientalisti hanno chiesto che venga eseguito, “un monitoraggio scientifico alla fine dell’autunno all’interno dei manufatti per censire le specie presenti” e che l’habitat di foresta planiziale sviluppatosi nell’area venga risparmiato.

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A darsi appuntamento all’ex Consorzio Agrario ieri mattina sono stati una delegazione della Consulta Ambiente, la consigliera di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio Carpi, attuale proprietaria dell’area, Simona Santini, e gli assessori Riccardo Righi e Andrea Artioli. Obiettivo primario dell’incontro, richiesto dai rappresentanti dalle associazioni ambientaliste, quello di avviare un dialogo proficuo con la Fondazione, teso alla salvaguardia del verde esistente e della fauna selvatica che lo popola in vista della costruzione del nuovo polo universitario e del successivo intervento di recupero del complesso. “Il nostro intento – spiega Daniela Raustichelli, delegata della sezione carpigiana della Lipu – è quello di preservare il più possibile il verde e, in particolare, l’habitat di foresta planiziale che si è sviluppato a est del viale alberato che conduce al Consorzio. Una volta verde meravigliosa, con tigli monumentali alti fino a trenta metri, accanto alla quale sono sorti un bosco a strati e una fascia di sottobosco con cupole di rampicanti che fungono da rifugio per numerose specie di uccelli e piccoli mammiferi. Un tipico esempio di biodiversità della pianura padana, la dimostrazione di come la natura possa riprendere possesso del territorio se non disturbata dalla mano dell’uomo”. A fungere da colonna sonora all’incontro, prosegue Rustichelli, “c’erano i canti di numerose specie di uccelli. Ho sentito i richiami della capinera, della cinciallegra e della cinciarella e persino quelli di tre piccoli di gufo”. 

A lungo abbandonato, il complesso dell’ex Consorzio è oggi un tempio per la fauna selvatica ecco perchè gli ambientalisti hanno chiesto che venga eseguito, “un monitoraggio scientifico alla fine dell’autunno all’interno dei manufatti per censire le specie presenti” e, in caso di ristrutturazione, che non dovrà essere eseguita durante il periodo della nidificazione, le associazioni si sono rese disponibili a “compensare con nidi artificiali quelli naturali che verranno eliminati”.

La Fondazione CRC si è dimostrata sensibile alle argomentazioni dei rappresentanti della Consulta Ambiente il cui auspicio, prosegue Rustichelli, “è quello di essere maggiormente coinvolti e di avviare con l’ente una proficua collaborazione” affinchè l’intervento sull’area diventi una reale opportunità per la città: “il verde non è fondamentale solo per la produzione di ossigeno e la regolazione termica, funge anche da barriera contro il rumore ed è fondamentale per la fauna. Il bosco che si è sviluppato è l’inizio di un corridoio ecologico che si spinge fino al Cavo Lama. Confidiamo che la sensibilità mostrata dalla Fondazione nella realizzazione e nel potenziamento del Parco di Santa Croce – conclude Daniela Rustichelli – guidi anche gli interventi nell’Oltreferrovia. In questo modo chi attraverserà il sottopasso ciclopedonale della stazione sbucherà in un piccolo paradiso”.

Jessica Bianchi

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