Gli agricoltori hanno l’acqua alla gola. Non lamentiamoci se al posto del granoturco svetteranno pannelli fotovoltaici

Si parla tanto di agricoltura rigenerativa, maggiore diversificazione delle colture, tecnologia predittiva… ma senza nuove fonti di finanziamento come possono gli agricoltori innovare e investire in nuove tecnologie e infrastrutture senza rischiare il tracollo? Parlarne potrebbe già essere un primo passo per salvare capre e cavoli, ovvero le tasche degli agricoltori e i terreni. Dal canto suo l’assessore regionale Mammi conferma “la piena disponibilità dell'Assessorato ad attivare l'apertura di un tavolo agricolo comunale” nella nostra città. Un gruppo di lavoro composto da Amministrazione comunale e associazioni di categoria del settore agro-alimentare annunciato già nel 2022 e sostanzialmente mai nato. Saprà questa amministrazione cogliere la palla al balzo?

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Un gruppo di lavoro composto da Amministrazione comunale e associazioni di categoria per discutere insieme e confrontarsi periodicamente sulle problematiche dell’agro-alimentare: lo aveva annunciato, nel gennaio del 2022, l’ex Vice-Sindaco Stefania Gasparini a conclusione di un incontro in Municipio con l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi e i rappresentanti delle principali sigle del settore. L’obiettivo del tavolo? “Mantenere un dialogo continuativo e una sede stabile in cui confrontarci. L’invito alle associazioni è di partecipare in modo attivo sollecitando il Comune con richieste e momenti di condivisione”. Un’iniziativa che aveva raccolto il plauso unanime di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative e Legacoop Estense. Correva l’anno 2022 quando tutti i soggetti in campo avevano preso l’impegno di “ritrovarsi di nuovo insieme” (leggi qua: https://temponews.it/2022/01/14/nasce-un-gruppo-di-lavoro-sullagroalimentare-a-carpi/). L’idea era buona peccato non si sia sostanzialmente mai concretizzata. Quel tavolo infatti, nonostante le buone intenzione, non si è mai riunito finendo nel dimenticatoio. L’ennesimo progetto rimasto nel cassetto malgrado gli annunci fatti.

Sul tema ci era tornato nel 2024 il consigliere della Lega Giulio Bonzanini con un’interrogazione ad hoc (https://temponews.it/2024/02/02/vice-sindaco-gasparini-siamo-vicini-agli-agricoltori-locali/) ma le uniche azioni compiute hanno fatto rima con la promozione dei prodotti enogastronomici del territorio con degustazioni ed eventi, la pubblicità di produttori nei pacchetti turistici sperimentati, il supporto a eventi specifici come Emilia Food Fest e la costituzione del marchio De.C.O. – Denominazione di origine comunale per premiare le produzioni gastronomiche carpigiane d’eccellenza.

Oggi più che mai però il settore meriterebbe attenzione e quel tavolo potrebbe rappresentare l’occasione per discutere dei problemi strutturali con cui i nostri agricoltori si devono confrontare ogni giorno. E sono proprio loro a lanciare un appello per non essere lasciati soli dalla politica.

E’ infatti innegabile che l’agricoltura stia attraversando una profonda crisi. Le cause sono molteplici, dal cambiamento climatico che ha portato a condizioni meteo estreme, come siccità prolungate e ondate di calore, che hanno danneggiato le colture e ridotto la produzione agricola e la redditività alla concorrenza internazionale che porta sulle nostre tavole prodotti provenienti da altri paesi, spesso a costi inferiori. E, ancora, prezzi di materie prime e fertilizzanti schizzati alle stelle, normative, adempimenti burocratici e tasse gravosi e una grande distribuzione che fa cartello sui prezzi, non sostenendo i produttori locali.

Un fenomeno complesso che ha portato a una contrazione del numero di aziende agricole, a un calo della produzione, alla perdita di posti di lavoro e a un progressivo declino delle aree rurali. Il quadro è a tinte assai fosche e molti agricoltori non riuscendo più a far quadrare i conti e a dover gestire terreni ormai improduttivi che rappresentano comunque un costo, cedono alle lusinghe della nuova corsa all’oro, quella delle rinnovabili. E come dar loro torto?

Affittare o vendere la propria terra ai grandi gruppi affinché vi installino campi di agrivoltaico o fotovoltaico rappresenta una possibilità allettante per uscire da una crisi dai contorni drammatici. Come biasimarli?

Il risultato? “Oggi in Emilia-Romagna – spiega l’assessore regionale Alessio Mammi – abbiamo decine di richieste per la posa di agrivoltaico in area agricola: dobbiamo tutelare il suolo ricco di biodiversità dal rischio di un possibile scempio ambientale e agricolo. Come Regione, abbiamo approvato una legge con criteri stringenti sulla realizzazione dei cosiddetti parchi agrivoltaici: la Regione ha ritenuto che venissero ammessi esclusivamente impianti agrivoltaici avanzati, anche per la tutela produttiva delle nostre straordinarie 44 Dop e Igp. La legge dell’Emilia-Romagna è stata però sospesa dalla sentenza del TAR del Lazio dei mesi scorsi; il TAR ha contestualmente chiesto al Governo di adottare un nuovo provvedimento entro 60 giorni (che abbiamo richiesto anche come Regioni del nord Italia, per supportare i nostri comuni) ma ad oggi non si è fatto nulla, e questo è molto grave. Il vuoto giuridico creato rischia di lasciar procedere progetti altamente impattanti – direi mostruosi per la vastità – e senza regole chiare, che rischiano di togliere suolo fertile all’agricoltura. Serve un provvedimento nazionale che contenga criteri localizzativi precisi, per orientare la posa di impianti, avendo cura di assicurare le condizioni di compatibilità ambientale, agricola, paesaggistica e territoriale delle attività energetiche. I luoghi ideali nei quali produrre energia pulita tramite fotovoltaico o agrivoltaico rimangono le aree destinate a cave dismesse e aree già compromesse, proprio per ridurre al minimo il consumo di suolo: sono decisioni che hanno un importante risvolto politico, e che devono valere per tutto il territorio nazionale. Sono a sostegno di tutti i comuni della regione – come è già stato nei mesi scorsi –  che rischiano progettazioni impattanti di parchi agrivoltaici, per tutelare il suolo agricolo e il paesaggio”.

Un’ondata che, come sappiamo, rischia di invadere anche le campagne intorno a Carpi.

Si parla tanto di agricoltura rigenerativa, maggiore diversificazione delle colture, tecnologia predittiva… ma senza nuove fonti di finanziamento come possono gli agricoltori innovare e investire in nuove tecnologie e infrastrutture senza rischiare il tracollo? Parlarne potrebbe già essere un primo passo per salvare capre e cavoli, ovvero le tasche degli agricoltori e i terreni. Dal canto suo l’assessore Mammi conferma “la piena disponibilità dell’Assessorato ad attivare l’apertura di un tavolo agricolo comunale” nella nostra città.

Saprà questa amministrazione cogliere la palla al balzo?

Jessica Bianchi

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