L’elezione di Papa Prevost, nato negli Stati Uniti, a lungo missionario in Perù e che per sé ha scelto il nome di Leone XIV, piace a Monsignor Erio Castellucci, vescovo di Carpi. “L’impressione – racconta – è stata molto buona e non lo dico per motivi di ruolo. Mi aspettavo che il nuovo pontefice insistesse sull’importanza della pace e il suo messaggio di ieri è stato tutto incentrato su questo tema. Una pace disarmata e disarmante”.
Anche la scelta del nome, ha aggiunto monsignor Castellucci è significativa: “un nome che fa riferimento sia al papa dell’enciclica Rerum Novarum, Leone XIII, quello dell’apertura alle questioni sociali, che a Leone Magno, il papa del V secolo che mise pace tra i cristiani d’Oriente e quelli d’Occidente sulle questioni teologiche, nonché difensore della città di Roma”.
Inoltre, ha concluso, il vescovo di Carpi, “di Papa Prevost apprezzo la mitezza. E’ una persona molto decisa e preparata, basti pensare che ha tre lauree, in matematica, filosofia e diritto canonico ma nonostante ciò è umile. E’ un uomo che conosce bene tre mondi, quello nord americano, quello sud americano dove è stato missionario per tanti anni e quello latino e romano dove dapprima ha studiato e poi ha esercitato l’importante compito di prefetto del Dicastero dei vescovi. Una scelta ottima”.