All’interno di IF, Industria Festival Architettura organizzato dalla Fondazione Architetti di Modena, con 55 eventi durante le 12 giornate, organizzati in 11 città dell’Emilia Romagna, anche Carpi è stata protagonista della riflessione sulle aree industriali. Sono stati gli studenti dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Università Xi’An Jiaotong di Suzhou vicino a Shanghai in Cina coordinati dal prof. Andrea Iacomoni, docente di Progettazione Urbanistica presso la Sapienza Università di Roma a ripensare l’area di via dell’Industria a Carpi guardando al suo futuro anche alla luce della progressiva dismissione del manifatturiero, nel nostro distretto tessile ancora più evidente. “Il risultato finale di un workshop di progettazione – spiega il prof. Iacomoni – è un’idea di trasformazione confrontandosi con vari temi all’interno dell’area che ci è stata proposta. Si tratta di un’attività didattica che permette agli studenti del quarto/quinto anno e del dottorato di ricerca di mettere in pratica la teoria acquisita”. La necessità di essere sul posto per rendersi conto delle problematiche ha portato a Carpi il prof. Iacomoni e otto studenti dell’Università La Sapienza nella prima settimana di aprile durante la quale hanno anche visitato l’azienda Zadi e seguito un seminario sui temi della sostenibilità ambientale presso il polo universitario di Carpi con docenti di Unimore.
IL SITO
L’area di via dell’Industria a Carpi è stata costruita in gran parte negli anni ’60 e ’70, con successivi ampliamenti fino a quando l’industria del tessile abbigliamento è stata trainante per il distretto. “Abbiamo fatto diversi sopralluoghi – afferma il prof. Iacomoni – per conoscere e analizzare l’area industriale di Carpi in cui sono presenti fabbricati interessanti per la qualità architettonica, sede di centri direzionali e di uffici di aziende che hanno trasferito la produzione all’estero, ma anche edifici dismessi oppure non completati e rimasti scheletri di fabbricati”. Hanno partecipato al workshop una ventina di studenti cinesi dell’Università Xi’An Jiaotong di Suzhou e dell’Università di Nanchino elaborando soluzioni e progetti ‘a distanza’. “Una collaborazione interessante perché permette il confronto tra culture e modalità di progettazione diverse” commenta Iacomoni, annunciando una mostra itinerante che ne illustrerà il risultato.
I PROGETTI
Sabato 5 aprile presso il Tecnopolo di Carpi si è tenuta la conferenza finale del workshop e sono state presentate le idee degli studenti. Una prima proposta ispirata alla sostenibilità ambientale parte dalla considerazione del territorio in cui si trova l’area industriale di Carpi “inserita in due cesure importanti che sono l’Autostrada del Brennero e via dell’Industria, in forte rapporto con il territorio aperto, in parte agricolo, e con le propaggini di verde, costituite dai parchi che trasversalmente vanno verso il centro storico e longitudinalmente attraversano la zona sportiva al servizio della città”.
Tenendo in particolare considerazione il benessere psicofisico dei lavoratori, gli studenti si sono concentrati sulla qualità degli spazi pubblici esterni (strade, parcheggi, parchi) e sulla qualità di quelli interni (uffici, produzione…) proponendo un’ipotesi in cui l’area industriale è trasformata in un parco industriale, “inteso come una forte naturalizzazione degli ambienti privati e pubblici riutilizzando anche alcuni edifici dismessi e non finiti, inserendo servizi per attrarre cittadini dalla parte più consolidata della città verso quest’area. La mixité è l’elemento più importante per poter far vivere al meglio gli spazi soprattutto quelli industriali, e non solo nelle ore di lavoro, passando da un modello industriale a uno basato sul terziario trasferendo negli edifici dismessi o non ancora completati funzioni di tipo culturale, amministrativo o di servizio”.
La trasformazione prevede anche nuovi collegamenti, con percorsi di mobilità dolce e con un forte modifica delle infrastrutture carrabili di collegamento tra il tessuto consolidato della città e la zona industriale passando attraverso l’area intermedia di servizi a vocazione sportiva. “L’area di via dell’Industria – sintetizza il prof. Iacomoni – ingloba parte del territorio agricolo limitrofo, rinasce con la natura all’interno di tutti gli spazi pubblici, si dota di un’ area dei servizi e si relaziona con il tessuto consolidato della città di Carpi”. Un’altra soluzione proposta dagli studenti è quella di pensare a una piccola cittadella dell’industria con una sua autonomia, ispirata al modello del quartiere operaio dell’Ottocento che ha piccoli alloggi, abitazioni, servizi e aree di lavoro all’interno del distretto produttivo. “Con interventi di microchirurgia architettonica sono stati recuperati alcuni spazi, dismessi altri per recuperare alloggi e servizi ai lavoratori” conclude Iacomoni.
Sara Gelli