Al pulisii èd Pasqua di Mauro D’Orazi

La settimana di Pasqua i bambini andavano in gruppo per le strade a trascinare la catena del camino per pulirla. Le catene del camino erano nere, ricoperte di fuliggine, ed era una gara a chi le lustrava meglio. I ragazzini si legavano le catene alla cintura e percorrevano le strade sassose. Tra una corsa e l’altra le catene, sfregando per terra, rilasciavano la fuliggine; poi il lavoro veniva ultimato nei fossi fino a quando non erano lucidissime e pronte per essere riattaccate di nuovo al camino.

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La palma benedetta, vuole la casa pulita e netta, recita l’adagio. E infatti, in un passato non troppo lontano, anche nelle case rurali del carpigiano, con l’arrivo delle belle giornate si dava aria e si iniziavano le pulizie di primavera. Si spazzava per bene sotto i letti, si passava l’olio sui pochi mobili della stanza, si ponevano  i stramàas di foglie al sole, per ore, alle finestre, si toglievano le ragnatele, si lavavano i pavimenti e le scale di mattoni che le donne ravvivano con una cera rossa dall’odore pungente. Si lavavano lucerne e lampade affumicate, si riponevano i prèet da lèet e gli scaldini a mano, i tabaar di òmm venivano spazzolati e si rimettevano nei cassettoni.

In cucina si toglieva la fuliggine dalla canna fumaria e dalle catene del camino, si lavavano i vetri alle finestre, si spazzavano i pavimenti sin negli angoli più nascosti e si dava una mano di calce alle pareti fumose intorno al camino. Con l’avvento della bella stagione si portavano sotto al portico anche i vasi e i vecchi recipienti in cui erano coltivati garofani e gerani, le tipiche piante da fiore che in campagna non mancavano mai. La settimana di Pasqua i bambini andavano in gruppo per le strade a trascinare la catena del camino per pulirla. Le catene erano nere, nerissime e ricoperte di fuliggine, e era una gara a chi le lustrava meglio. I ragazzini si legavano le catene alla cintura e percorrevano le strade sassose. Tra una corsa e l’altra le catene, sfregando per terra, rilasciavano la fuliggine; poi il lavoro veniva ultimato nei fossi o nei canali, fino a quando non erano lucidissime e pronte per essere riattaccate nuovamente al camino.

Si aspettava poi il prete, quello vero, per benedire la casa; se la Pasqua era bassa, si tremava ancora dal freddo, ma A dèev pasèer al prèet a bendìir la cà! e non si poteva rimandare la pulizia. Al pulisii èd Pasqua servivano dunque a far rinascere la casa, ma anche a rinnovare lo spirito delle persone.

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