Salva una donna in fase di soffocamento con la manovra di Heimlich. Il fatto è accaduto domenica sera intorno alle 22 in una palazzina di Carpi. A Fabrizio Buccedi, 43 anni, da dieci anni volontario di emergenze e urgenze della Croce Rossa sulla Carpi 55, sono bastati pochi istanti per capire quello che stava accandeno a N. C., 72 anni, una signora attiva e sportiva che vive da sola nell’appartamento di fronte al suo, come ha raccontato: “tutto è avvenuto velocemente. Un campanello che suona senza sosta alle dieci di sera di domenica ha subito allertato me e mia moglie che è corsa ad aprire. Sono accorso anch’io e ho capito subito che c’era qualcosa che non andava. N., la nostra vicina di casa, era davanti a noi piegata in avanti, con una mano alla gola, senza riuscire a parlare. Erano i chiari segni di un soffocamento. Per cui le ho praticato subito cinque pacche interscapolari sulla schiena che all’inizio erano sembrate sufficienti per sbloccarle il pezzo di pane che le ostruiva le vie aeree. Quando, però, N. si è messa in posizione eretta il pezzo di pane è tornato bloccarle le vie respiratorie. Pertanto ho portato il pugno di una mano sulla bocca dello stomaco di N. e ho iniziato ad agire con un movimento a sorta di L rovesciata. Vedendo che neanche quello era sufficiente, ho ridato nuovamente cinque pacche interscapolari che finalmente hanno fatto fuoriuscire il piccolo pezzo di cibo, permettendole di riprendere a respirare normalmente. Mentre praticavo queste manovre ho chiesto a mia moglie di chiamare il numero di emergenza 118 per interagire con loro in vivavoce e far arrivare un’ambulanza. Poi sono rimasto a casa con lei fino all’arrivo dei soccorsi, spiegando ciò che era successo, prima di lasciarla nelle loro mani”.

Fabrizio Buccedi è anche istruttore per la gestione delle emorragie massive, collabora attivamente con alcuni enti di emergenza, è istruttore per l’American College of Surgeons ed è arruolato presso il corpo militare di Croce Rossa con il grado da sottoufficiale.
“Per me è una grande fortuna avere Fabrizio come dirimpettaio e averlo trovato a casa in quel momento- ha commentato N.- inizialmente avevo provato a risolvere la situazione da sola bevendo dell’acqua ma dopo poco mi sono accorta che la situazione stava peggiorando per cui, spaventata, mi sono diretta verso la porta di Fabrizio e ho suonato il campanello. Dopo quello che è successo anch’io e gli altri inquilini del palazzo vorremmo seguire un corso di disostruzione per apprendere queste tecniche salvavita”.
Chiunque dovrebbe sapere e poter intervenire con manovre di primo soccorso in caso di emergenza. In queste situazioni, l’arrivo dei mezzi dei volontari di emergenza o del 118, nella maggior parte dei casi, non riescono a aggiungere i soggetti in tempi utili.
Chiara Sorrentino