Ogni aggressione ai sanitari è un episodio di troppo, ecco i numeri della violenza

Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e socio-sanitari. Nel 2024 in Emilia Romagna le violenze sono aumentate dell’11,7%, soprattutto quelle di tipo verbale (+12,5%), mentre sono diminuite quelle più gravi di tipo fisico (-11,9%). 2.682 i casi totali segnalati, nettamente più colpite le donne (70,3%) e la categoria degli infermieri (57,9%). Ad aggredire soprattutto (62,6%) gli stessi utenti e pazienti. Il 32,4% degli episodi si verifica nei reparti di degenza.

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Più cura per chi cura è il messaggio scelto per la campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Regione Emilia-Romagna in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebra mercoledì 12 marzo.

Un impegno comune e un invito a riconoscere l’enorme importanza, il valore, e quindi il rispetto, che devono essere riservati a chi si occupa della salute di tutti, in un contesto in cui, purtroppo, anche in Emilia-Romagna la violenza, fisica o verbale, contro il personale sanitario, si conferma un fenomeno presente e in crescita, come evidenziato dai dati raccolti dai sistemi di monitoraggio regionale.

Sul territorio regionale, nel 2024 le aggressioni al personale all’interno dei luoghi di cura sono aumentate dell’11,7% rispetto all’anno precedente, passando da 2.401 a 2.682 casi. L’aumento riguarda in particolare le aggressioni di tipo verbale (+12,5%), mentre sono diminuite quelle più gravi di tipo fisico (-11,9%).

Nel 2024 sono gli infermieri la categoria più esposta, rappresentando il 57,9% delle aggressioni, seguiti dai medici (13,6%) e dagli operatori socio-sanitari (11,4%). Ma chi sono, in genere, gli aggressori? In maggioranza sono gli stessi utenti o pazienti (62,6%), mentre nei restanti casi si tratta di parenti, caregiver, conoscenti o estranei. I luoghi in cui gli episodi si sono manifestati maggiormente, in termini assoluti, sono i reparti di degenza (32,4%), i Pronto Soccorso ed i Servizi di emergenza territoriale (24,1%), i servizi psichiatrici e delle dipendenze (17,2%), e gli ambulatori (11,7%).

Un altro aspetto rilevante riguarda il coinvolgimento delle operatrici donne, che rappresentano il 70,3% dei casi di violenza. Tuttavia, in proporzione al numero di dipendenti, gli operatori maschili risultano leggermente più esposti, con una percentuale di aggressioni pari al 3,7% rispetto al 3,5% delle donne.

“Le aggressioni, sia verbali che fisiche, al personale sanitario e socio-sanitario rappresentano un fenomeno paradossale e incomprensibile, eppure talmente frequente da meritare purtroppo una Giornata nazionale per tenere alta l’attenzione sul tema. Un problema gravissimo –  spiega l’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi  che mina la serenità di chi ogni giorno si prende cura della nostra salute e l’efficacia del nostro sistema sanitario. L’introduzione, lo scorso anno, della piattaforma regionale SegnalER come sistema di monitoraggio per le aggressioni, che consente agli operatori di segnalare in modo sicuro e immediato gli episodi di violenza, ha avuto un ruolo fondamentale nel rendere questo fenomeno più visibile e nel permetterne una rilevazione più precisa. Ora serve lavorare su due fronti: cercare di rafforzare, con tutti gli strumenti disponibili e con la collaborazione e l’impegno dei soggetti coinvolti, la sicurezza degli operatori e promuovere una cultura del rispetto. Per questo oltre alle misure già adottate, tra cui tecnologie di sorveglianza avanzate, interventi il più possibile tempestivi, percorsi formativi e supporto psicologico e giuridico per il personale vittima di aggressioni, in occasione del 12 marzo lanciamo una campagna di comunicazione curata dal servizio sanitario regionale, con l’obiettivo di stipulare una sorta di patto con la cittadinanza”.

La campagna Più cura per chi cura nasce per (ri)-costruire un patto di fiducia, promuovere rispetto e diffondere consapevolezza verso chi lavora per la salute di tutti e di ognuno. Iconico l’utilizzo dei cerotti per rappresentare le parole “più” e “per” nella composizione del claim, in quanto intendono raffigurare proprio la volontà di curare il rapporto tra professionisti e popolazione, nella consapevolezza che contro la violenza sul personale sanitario e socio-sanitario il risultato si fa insieme.

“Ogni aggressione è un episodio di troppo”,  ha concluso Fabi.

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