Muore d’infarto a Carpi, ‘soccorsi in ritardo’

Quaranta minuti per far giungere un medico in un caso di arresto cardiaco: scatta l’esposto di Fi alla Procura della Repubblica. I sanitari ed i pazienti non possono essere lasciati soli in questo territorio.

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In una delle primissime notti di inizio gennaio si è sentito male un uomo di poco più di cinquant’anni che si trovava nel carpigiano. Allertato il 118, i parenti pare siano stati guidati nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP) ed è stata attivata solo l’auto infermieristica di stanza a Carpi. Sul posto, l’infermiere del 118, confermata la criticità, ha chiesto immediato supporto medico, ma pare gli sia stato inizialmente negato, non c’era – evidentemente – la possibilità di avere un’automedica disponibile in provincia. In seguito, la Centrale Operativa ha allertato un mezzo con medico a bordo dell’Ausl di Reggio Emilia che, da Novellara, è giunto inevitabilmente dopo circa 40 minuti dalla prima richiesta di soccorso al 118. Il paziente è purtroppo deceduto.

E’ la ricostruzione dell’episodio riportata nell’esposto di Antonio Platis di Forza Italia. “L’abnegazione dei professionisti – commenta Platis, vice segretario regionale di Fi – è evidente a tutti, ma non si può contare solo su questo. La rete delle automediche è stata smantellata, basti pensare che il Ramazzini ed il Santa Maria Bianca non hanno più questi mezzi. Queste sistematiche carenze comportano forse un maggior numero di decessi ed una più grave incidenza delle inabilità nelle patologie tempo-dipendenti in questo territorio? Anche questo quesito ritengo sia opportuno sottoporlo alla Procura della Repubblica per le più opportune indagini.”

“Questo caso – incalza il segretario SNAMI Roberto Pieralli venuto a conoscenza dei fatti direttamente dagli operatori – ci fa fortemente dubitare che i Lea distrettuali di emergenza territoriale siano rispettati nella zona di Carpi e nella parte Nord della Provincia di Modena. Per questo è necessario approfondire l’episodio sia per tutelare gli 80mila cittadini di Carpi sia per permettere a tutti i sanitari di lavorare con serenità sul territorio”.

L’Azienda USL di Modena, rinnovando a nome dei professionisti la propria vicinanza alla famiglia del paziente, precisa che “per l’intervento in questione, ricevuta la richiesta di soccorso, la Centrale operativa del 118 ha inviato il mezzo di soccorso avanzato più vicino, giunto sul posto in 4 minuti. I professionisti intervenuti hanno avviato da subito le manovre avanzate di rianimazione cardiopolmonare, mettendo in atto tutte le procedure assistenziali necessarie come previsto dai protocolli, tra cui defibrillazione, somministrazione farmaci e gestione avanzata delle vie aeree, che però purtroppo non hanno sortito l’effetto sperato, in ragione della gravità del malore che aveva colpito il cittadino, che non ha mai ripreso il circolo spontaneo. Infine, il mezzo medicalizzato, inviato sempre dalla Centrale operativa 118, è giunto sul posto in 17 minuti dalla sua attivazione. Purtroppo, per l’irreversibilità delle condizioni del paziente, non avrebbe comunque potuto eseguire ulteriori manovre. L’intervento del primo equipaggio avanzato intervenuto, la cui formazione prevede tra le altre cose proprio la frequentazione di corsi per il trattamento di situazioni di arresto cardiaco, è stato dunque tempestivo, idoneo e appropriato, come indicato dalle linee guida regionali e internazionali”.

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