Università di Carpi, “vogliamo portare a casa un corso triennale”. Non usa mezzi termini il presidente della Fondazione Cr Carpi, Mario Ascari, nel ribadire che quello del polo di via Corbolani, costato 21 milioni di euro, “non è un progetto concluso ma in itinere” e che l’ente sta lavorando alacremente per “riuscire ad attivare anche un corso triennale”. Obiettivo tutt’altro che semplice dal momento che richiederebbe una spesa tra i 9 e gli 11 milioni di euro, “risorse non banali”, le definisce Ascari. Un progetto ambizioso che certo non si “concretizzerà nel 2025”, chiarisce il presidente, “ma che vorremmo portare a casa nei prossimi anni”. E se l’introduzione di un corso ex novo è pressoché improbabile, “per gli alti costi e per le difficoltà legate all’iter autorizzativo ministeriale”, una strada praticabile, spiega Ascari, potrebbe essere quella della “creazione di un curricula, ovvero la costola, naturalmente differenziata, di un corso già esistente. Una possibilità su cui stiamo ragionando insieme a Unimore. Ad oggi però è impossibile fare delle previsioni”. Il presidente si è poi detto soddisfatto “del primo anno accademico conclusosi tra l’apprezzamento degli studenti e degli stakeholder” (ndr – gli immatricolati al corso sono stati 23 mentre per attendere i numeri definitivi relativi al prossimo anno occorre attendere il mese gennaio) e ha ribadito come la scelta di Confindustria Emilia di portare “a Carpi, all’interno del Polo, un Liceo Steam, dopo Bologna, Parma e Rovereto di Trento, rappresenti un segno importante di interesse verso il nostro territorio”.
Jessica Bianchi