L’amore per la cucina, Alessia, lo tiene stretto a sé sin da piccola. Quando, sedendosi accanto alle donne della sua vita, le nonne Pasqualina e Assunta e mamma Elisabetta, le ammirava mentre, con mani sapienti, realizzavano le paste ripiene che rendono la nostra terra d’Emilia famosa nel mondo. “Nella mia famiglia – racconta la 29enne carpigiana Alessia Belladonna – si è sempre cucinato. Vedere le rezdore di casa all’opera tra i fornelli è un’immagine che fa parte di me e della mia memoria. Mi accompagna sin dall’infanzia. Credo che il mio amore per il cibo sia nato allora”. Una passione da cui si era allontanata ma al cui richiamo non ha poi potuto resistere.
Dopo una laurea in Lingue conseguita all’Università di Verona e un’esperienza di volontariato a Rombo, un piccolo villaggio ai piedi del Kilimanjaro, in Kenya, che le ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore, Alessia ha deciso di dare una nuova direzione alla sua vita iscrivendosi ad Alma, la Scuola internazionale di Cucina italiana di Colorno. L’inizio di un viaggio che le ha dischiuso un mondo.
“Non avendo frequentato un istituto alberghiero – racconta – sono partita dal corso base e, in occasione del mio primo stage, in un bellissimo ristorante piemontese, ho capito per la prima volta che era lì, dentro a una cucina, che volevo stare e che quello era il mestiere che faceva per me. Ho mosso i miei primi passi in una cucina già adulta, avevo le spalle larghe e gli strumenti per affrontare le critiche ma in realtà il mio cammino di crescita è stato punteggiato da persone speciali. Professionisti intelligenti e rispettosi che mi hanno aiutata nella mia formazione, insegnandomi a stare in brigata”.
Il successivo stage, durante il corso superiore, all’Osteria Francescana, per Alessia ha rappresentato la svolta: “ricordo di essere entrata il mio primo giorno e di aver sentito la voce dello chef Massimo Bottura provenire dalla cucina. Ero a casa sua, come potevo non presentarmi? E così ho fatto. Le sue prime parole sono state in realtà una domanda. Mi chiese cosa mi piacesse fare e mi assecondò, affiancandomi ai ragazzi che si occupavano dei primi piatti”.
E dalla grande famiglia di Bottura, Alessia non se ne è mai andata: “terminato il periodo di stage ho avuto la preziosa occasione di fare un’esperienza a Casa Maria Luigia, la villa di campagna voluta da Bottura e dalla moglie Lara Gilmore e quando vi metti piede è impossibile tornare indietro. E’ un ambiente splendido in cui sono rimasta fino allo scorso anno quando, dall’esperienza e dalle sperimentazioni all’insegna del fuoco nate al B&B, ha preso vita Al Gatto Verde, dove sono stata promossa sous chef accanto a Jessica Rosval”.
Una cucina piena di giovani talenti in cui il protagonista indiscusso è appunto il fuoco. E dietro al bancone c’è lei, Alessia, che lì, a pochi passi dalla sua Carpi, ha trovato una seconda casa e una grande famiglia allargata. “Ogni mattina per prima cosa accediamo il forno a legna, l’affumicatore, la griglia… è tutto un po’ primitivo (ndr – sorride), dopodiché ci dedichiamo alle lunghe preparazioni per il servizio della sera”.
Trascorrono fianco a fianco, 12, 14 ore al giorno ma, prosegue Alessia Belladonna, “ci vediamo anche nei giorni liberi e, durante le ferie trascorriamo sempre qualche giorno insieme. L’ambiente che Jess (ndr – chef Jessica Rosval) ha creato, è straordinario. E’ una professionista seria e di altissimo livello ma è anche un’amica. Lei ha reso la squadra unita, coesa. Uno dei momenti che preferisco è quando ci sediamo, insieme, per mangiare. L’unico, da mezzogiorno a mezzanotte, in cui ci prendiamo un poco di tempo per coccolarci, gustando qualcosa di buono. Jessica ci ha insegnato che quel momento è il più importante di tutti: un pasto buono ti cambia l’umore. Ti svolta la giornata e migliora persino il servizio”.
Dopo la conquista della seconda stella Michelin, a quella rossa tradizionale si è infatti aggiunta anche la stella verde che premia la sostenibilità, “dobbiamo fare ancor di più e meglio”, aggiunge la sous chef.
“Io sono fortunata, amo immensamente questo lavoro perchè ogni giorno è diverso dal precedente. In cucina si condivide, si parla, ci si arricchisce reciprocamente. E poi ci sono gli incontri. Quelli preziosi. Con clienti o stagisti provenienti da ogni angolo di mondo. La cucina diventa così uno spazio aperto, di confronto e crescita”.
E se, in un menù fatto di fuoco e poesia, dove i sapori dei prodotti e delle eccellenze della nostra Emilia si fanno inaspettati, Alessia è particolarmente affezionata alla focaccia servita con pesto di erbe e lardo affumicato “perchè è un piatto che facevamo già durante i brunch a Casa Maria Luigia”, il piatto preferito dal maestro Bottura sono invece “i tortellini gratinati al forno a legna”, svela la sous chef.
Innamorata di tutto ciò che la cucina rappresenta, Alessia, che a casa non muove un dito ai fornelli e che detesta il formaggio, parmigiano reggiano compreso, (“ma non ditelo al Maestro”, ride) coltiva un sogno a cui spera di poter presto dar forma e colore, quello di “poter assicurare almeno un pasto completo al giorno ai bambini delle due scuole keniote che ho conosciuto durante il mio servizio in Africa”. Un obiettivo che, ne siam certi, porterà a termine grazie alla passione, all’intraprendenza e alla tenacia che la contraddistinguono.
D’altronde tutto è possibile quando il gatto si tinge di verde. O no?
Jessica Bianchi