L’assegno di inclusione è un percorso a ostacoli: “card introvabili”

“L’Inps riduce sul lastrico le persone come noi perché in tutti questi mesi abbiamo esaurito i nostri risparmi. Non abbiamo ammazzato nessuno eppure siamo condannati a morte se non riusciremo a pagare l’affitto” dichiara il 68enne di Rovereto sulla Secchia

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Dall’inizio dell’anno hanno attivato le pratiche per la domanda dell’assegno di inclusione ma sono ancora senza pur avendone diritto. L’ultima difficoltà in ordine di tempo proprio nel ritiro della card che è introvabile. “Ho ricevuto il messaggio dell’Inps e quindi mi sono recato alle Poste per ritirare la carta prepagata con l’assegno di inclusione ma non c’è più disponibilità di carte. Allora ho battuto a tappeto tutti gli uffici postali del territorio ottenendo sempre la stessa risposta: carte esaurite. Se le carte prepagate con cui l’Inps deve liquidare gli assegni di inclusione sono esaurite, non è dato nemmeno sapere quando saranno di nuovo disponibili negli uffici postali. All’Inps non risponde nessuno al telefono”. Un problema di non poco per chi ci conta per vivere, come il 68enne residente a Rovereto sulla Secchia disabile all’80%. Lui e la moglie, con lo stesso livello di disabilità e già provati dalla vita, oggi si ritrovano di fronte a un percorso a ostacoli per ottenere quello che era il reddito di cittadinanza non più riconosciuto dal primo gennaio e sostituito dall’assegno di inclusione regolato con gli stessi criteri ma erogato attraverso la nuova Carta di inclusione. Ne beneficiano famiglie con al proprio interno minorenni, persone di almeno 60 anni e disabili considerati in condizione di non occupabilità. Le procedure si sono complicate per le procedure informatiche aggiuntive così intricate da restarci inevitabilmente in mezzo. La prima domanda di assegno di inclusione all’inizio dell’anno è decaduta dopo tre mesi per un errore nell’invio da parte del patronato perché la presentazione della domanda all’Inps deve essere contemporanea all’iscrizione presso il Sistema Informativo Integrato di Servizio sociale locale (Sisl) e alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale, non un giorno prima, né un giorno dopo. La domanda è stata ripresentata e riaccettata ma non si riusciva ad inserire il Pad sul sito del Ministero del lavoro. Finalmente al terzo tentativo la domanda è stata acquisita e accolta tant’è che, a distanza di quattro mesi, pareva che finalmente l’assegno fosse disponibile, ma mancava la rendicontazione. Provveduto a fare anche quella finalmente il roveretano di 68 anni si è recato alle Poste per ritirare l’agognata Carta di inclusione ma qui ha avuto l’ennesima brutta sorpresa. “L’Inps riduce sul lastrico le persone come noi perché in tutti questi mesi abbiamo esaurito i nostri risparmi. Non abbiamo ammazzato nessuno eppure siamo condannati a morte se non riusciremo a pagare l’affitto”.

 

 

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