Sono 131 le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza Viveredonna di Carpi da gennaio a oggi

In Italia, una donna viene uccisa ogni tre giorni, spesso per mano di un partner, un ex o un familiare. Nel nostro territorio in tutto l’anno 2023 sono state 130 le donne che hanno richiesto aiuto mentre al 31/10/2024 sono già 131 quelle che si sono rivolte al Centro Antiviolenza Viveredonna di Carpi: il dato più alto mai registrato dall'apertura del Centro. Un segnale allarmante che non può essere ignorato. La violenza di genere non si risolve soltanto inasprendo le pene, ma attraverso un cambiamento culturale, la prevenzione e una costante opera di sensibilizzazione.

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In Italia, una donna viene uccisa ogni tre giorni, spesso per mano di un partner, un ex o un familiare. Nel nostro territorio in tutto l’anno 2023 sono state 130 le donne che hanno richiesto aiuto mentre al 31/10/2024 sono già 131 quelle che si sono rivolte al Centro Antiviolenza Viveredonna di Carpi: il dato più alto mai registrato dall’apertura del Centro. Un segnale allarmante che non può essere ignorato.  La violenza di genere non si risolve soltanto inasprendo le pene, ma attraverso un cambiamento culturale, la prevenzione e una costante opera di sensibilizzazione. La violenza si manifesta anche in un linguaggio inappropriato e in comportamenti stereotipati profondamente radicati nella nostra cultura. Come ricordava Michela Murgia, il linguaggio può normalizzare l’aggressività e alimentare la discriminazione. È quindi fondamentale intervenire sull’educazione, sin dalla giovane età, per diffondere valori di rispetto e uguaglianza.
Nonostante le campagne di sensibilizzazione e leggi più severe, i femminicidi continuano a crescere in modo preoccupante. Eventi tragici, come quelli di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, devono spingerci a riflettere sull’urgenza di misure concrete. Anche il caso di Aurora, una ragazza di soli 13 anni, ci ricorda che la violenza non risparmia neppure i più giovani, rendendo necessario intervenire precocemente nelle scuole. Questo è il momento di agire insieme, per trasformare questa crisi in un’opportunità di cambiamento.

“La violenza ci riguarda tutti e dobbiamo fare di più. Bisogna potenziare gli strumenti sul territorio per intercettare, avvicinare e aiutare le vittime di violenza. “È necessario riconoscere le responsabilità e intervenire sui maltrattanti con forme punitive ma anche ri-educative obbligatorie. Ma soprattutto dobbiamo giocare d’anticipo, fare cultura, educare al rispetto, scardinare i meccanismi di una società ancora troppo patriarcale partendo dai piccolissimi e lavorando con i giovani” sottolinea Fania Ferrari, Assessore del Comune di Campogalliano.

L’Unione delle Terre d’Argine, in collaborazione con le tante associazioni locali e organizzazioni non governative, ha organizzato e coordinato una serie di eventi e iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza e a promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza.

“Il filo conduttore che abbiamo privilegiato quest’anno è stato il coinvolgimento dei ragazzi. Dopo l’ondata emotiva che abbiamo tutti vissuto  lo scorso anno in occasione del femminicidio di Giulia Cecchettin e dopo i recenti fatti di cronaca che hanno riguardato diverse ragazze – spiega Tamara Calzolari, Assessore del Comune di Carpi – abbiamo deciso di puntare molto sul confronto coi giovani per far maturare una nuova cultura delle relazioni tra uomini e donne in campo affettivo.Siamo convinte che solo in questo modo potremo costruire un futuro senza violenza”.

“L’orrore dei femminicidi non si placa  – continua Elisa Casarini, Assessore del Comune di Novi – cosa porta anche giovanissimi ragazzi a commettere delitti efferati? Alla base di determinate condotte spesso troviamo un difetto di comprensione dei valori di vita e di morte, una personalità immatura e disarmonica o la sofferenza da abbandono da parte della figura genitoriale. Come istituzioni e nell’ottica del lavoro in rete e dell’integrazione con tutti i servizi educativi, sociali, sanitari, e con le differenti organizzazioni presenti sul territorio l’obiettivo rimane il rafforzamento dell’educazione all’affettività e sessualità all’interno delle scuole per promuovere la conoscenza e la consapevolezza delle proprie emozioni per riconoscerle ed imparare a gestirle”.

“Numerose sono le iniziative promosse nel territorio di Soliera, grazie anche al supporto di associazioni locali che, con il loro impegno, contribuiscono a mantenere viva l’attenzione su un tema così drammaticamente attuale. Queste iniziative ci aiutino a prendere  consapevolezza di un problema che riguarda anche le nostre città e che richiede l’impegno di tutti nel diffondere la cultura del rispetto”, prosegue Laura Natali, Assessore del Comune di Soliera.

Quante donne ancora? Non vedete che ci stanno ammazzando? Cito lo slogan utilizzato da D.i.Re – donne in rete contro la violenza nelle manifestazioni di piazza, per riportare il grido d’allarme sui femminicidi in Italia, 96 da inizio anno al 3 novembre, secondo i dati del Viminale. Storie di violenza, sopraffazione fisica e psicologica, diritti negati e violati soprattutto da partner o ex-partner. Nel nostro territorio – chiosa Daniela Tebasti, Sindaco di Campogalliano – vogliamo rendere ancora più incisiva e capillare la prevenzione, dalle giovani generazioni fino agli anziani (sono infatti in aumento i femminicidi di donne over 70) favorendo le reti di ascolto proattivo e le occasioni di sensibilizzazione.”

Il programma delle iniziative è consultabile sul sito dell’Unione: https://utda.it/iniziative-25novembre

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