Chiara Meletti crea un gioco da tavolo che insegna l’archeologia ai bambini

“Volevo fare una tesi sperimentale - racconta la carpigiana 26enne Chiara Meletti, neo laureata in Archeologia - e, dal momento che sono una grande appassionata di giochi da tavolo, ho deciso di idearne uno didattico, chiamato Mutina splendidissima, rivolto ai bambini della Scuola Primaria il cui scopo è quello di introdurli all’archeologia”.

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Firmissima et splendidissima. Così Cicerone definiva Modena, una delle più importanti colonie romane dell’Italia settentrionale. Ed è proprio alla Mutina romana che la carpigiana 26enne Chiara Meletti ha dedicato la sua tesi di laurea in Archeologia, conseguita col massimo dei voti all’Ateneo di Bologna pochi giorni fa. Ma non lasciatevi ingannare dal titolo (Mutina splendidissima: alla scoperta della città antica attraverso il gioco) perché Chiara si è cimentata in un’operazione tanto insolita quanto epica. “Volevo fare una tesi sperimentale – racconta – e, dal momento che sono una grande appassionata dii giochi da tavolo, ho deciso di idearne uno didattico rivolto ai bambini della Scuola Primaria, il cui scopo è quello di introdurli all’archeologia”. Dopo aver svolto il suo tirocinio presso il Museo Civico di Modena, ente che offre una ricchissima gamma di attività a sfondo archeologico per gli studenti di ogni età, “ho pensato – prosegue – che il mio gioco Mutina splendidissima potesse collocarsi dopo lo studio in classe dei Romani e in un momento successivo alla visita al Museo da parte dei piccoli di quinta elementare affinché familiarizzino con quanto appreso dai libri e dal vivo”. Il gioco, impreziosito dalla grafica di Giuseppe Zuccarato, è un delizioso mix tra due intramontabili classici, Monopoli e il Gioco dell’Oca, tra realtà e un pizzico di fantasy nell’incipit dal sapore squisitamente tolkeniano. Ingredienti che lo rendono davvero appassionante: “il tabellone è grande quasi due metri e riporta un’illustrazione, concessami dal Museo Civico, con gli edifici della Modena romana e un percorso a caselle formato da numeri intervallati da punti interrogativi. Prima di iniziare a giocare, ogni classe, suddivisa in quattro squadre, deve fare una sorta di passo indietro nel tempo ascoltando le parole che l’archeologo dell’800 Arsenio Crespellani ha lasciato scritte in una lettera”.

L’archeologo racconta loro di aver trovato un anello magico che lo ha riportato nella Modena dell’epoca romana dove incontra varie perone che gli fungono da guida: “i bambini, tirando i dadi, muovono le pedine, i romani, alla scoperta dei vari reperti che punteggiano la città, ovvero il percorso del tabellone. A ogni numero scritto sulle caselle infatti corrisponde una carta con la foto e la descrizione di un oggetto presente al museo civico modenese. Per movimentare il gioco vi sono poi altri due mazzi di carte, Sfide e Imprevisti: per poter avanzare i giocatori devono pescare una Carta Sfida e rispondere correttamente al quesito, di carattere archeologico ovviamente, che vi è riportato. La chiave utilizzata è sempre ludica e divertente e, in caso di risposta giusta, la squadra conquista una monetina in legno. A vincere la sfida a colpi di reperti indovinati, malgrado lo zampino degli Imprevisti, sarà quindi la squadra che avrà collezionato il numero maggiore di monete perché, puntualizza Chiara, “lo scopo non è terminare per primi il tabellone bensì dimostrare di avere acquisito più nozioni”.

Ora il desiderio di Chiara Meletti, educatrice e insegnante di sostegno presso il Sacro Cuore di Carpi e il Liceo Corso di Correggio, è quello di poter sperimentare il suo Mutina splendidissima in classe e, in futuro, di riuscire a commercializzarlo.

“Una cosa è certa, se questo sogno si realizzasse – sorride – dovrò rivedere dimensioni e desing: al momento il gioco è talmente ingombrante che la bellissima scatola che lo contiene, ideata da Simone Camurri di Essentia Wood Design, pesa più di cinque chili”. E allora buoni giochi a tutti, grandi e piccoli, perchè giocare, si sa, è una cosa seria!

Jessica Bianchi

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