Chi non risiede in Italia deve pagare il ticket sulle prestazioni sanitarie

Sgombriamo immediatamente il campo da ogni dubbio: tutti hanno il diritto di essere curati. Chiunque si rechi in Pronto soccorso, italiano o straniero, residente o senza fissa dimora, verrà presso in carico e assistito. E allora chi è la professionista che si “aggira” nel Ps dell’Ospedale Ramazzini parlando di ticket e assicurazioni sanitarie?

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Sgombriamo immediatamente il campo da ogni dubbio: tutti hanno il diritto di essere curati. Chiunque si rechi in Pronto soccorso, italiano o straniero, residente o senza fissa dimora, verrà presso in carico e assistito. E allora chi è la professionista che si “aggira” nel Ps dell’Ospedale Ramazzini parlando di ticket e assicurazioni sanitarie?

“Questa figura amministrativa – ci spiegano dall’Azienda sanitaria di Modena – è stata introdotta due anni fa per fungere da supporto a coloro che, non essendo residenti in Italia e dunque non iscritti al Sistema sanitario nazionale, devono pagare il ticket relativo alle prestazioni che ricevono in Pronto Soccorso”. In realtà la sua presenza viene richiesta in casi rarissimi ma quando si rende necessaria “dà informazioni e si offre di prestare il proprio aiuto nel disbrigo delle pratiche affinché gli utenti non si vedano recapitare raccomandate nei paesi in cui risiedono con le richieste di pagamento, peraltro con aggravi di spesa”, proseguono dall’Ausl. Una figura il cui scopo non è quindi “punitivo, bensì propositivo”. Una professionista a cui si chiedono, nell’avvicinare i pazienti, discrezione e delicatezza, possibilmente prima che vengano dimessi e non durante la degenza.

J.B.

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