Dare priorità significa assegnare una precedenza a causa dell’importanza o del grado o del valore superiore rispetto ad altri, significa evidenziare ciò che è urgente. Dal 2001 anno di presentazione del Piano Attuativo Locale (PAL) in ambito Sanitario si parla di Hospice come struttura prioritaria per l’assistenza H24 mediante cure palliative per i malati prossimi al fine vita. Palliativa deriva dal latino pallium che vuol dire mantello, cioè qualcosa che protegge e dà conforto. In questo caso è l’insieme di interventi terapeutici atti a supportare il malato, in primis eliminando il dolore e l’ansia che sono presenti in molte malattie croniche o neoplastiche.
Di strutture sanitarie per cure palliative se ne riparla nella Conferenza Territoriale Socio Sanitaria (CTSS) della Provincia di Modena nel 2011 ma, a causa del terremoto del 2012, si passa al 2017 con la realizzazione di un “Documento di Indirizzo” in cui la giunta delle Terre d’Argine e il Direttore Generale dell’Azienda USL sanciscono una formale intesa per la realizzazione dell’Hospice a servizio dell’area Nord, cioè dei distretti territoriali di Carpi e Mirandola e altri 11 Comuni della bassa modenese, al servizio di oltre 195 mila abitanti .
Le Associazioni dei Malati Oncologici (AMO) di Carpi e Mirandola unitamente all’ASP dell’area Nord hanno dato vita alla Fondazione Hospice San Martino e caparbiamente in questi anni hanno affrontato i tanti problemi burocratici e di coordinamento tra i vari Comuni, hanno cercato e ottenuto contributi importanti da Fondazioni bancarie, imprese e privati cittadini e solo nel maggio 2021, con delibera n 152 della Direzione Generale AUSL di Modena, è stato approvato il protocollo di intesa per la realizzazione dell’ Hospice in località San Possidonio (La Pioppa, ex fornace Budrighello).
Ma il lieto fine di questa lunga vicenda e la garanzia di cure adeguate a tutti nella fase più complicata e delicata della vita ancora si fa attendere: la prima pietra della struttura Hospice verrà posta probabilmente nella prossima primavera e solo metà dei costi di realizzazione sono coperti con quanto raccolto finora. Sarà necessario nei prossimi mesi e anni che tutti noi cittadini di Carpi e dell’area Nord manteniamo alta l’attenzione sulla Fondazione Hospice San Martino, partecipando sia alle varie iniziative benefiche che i volontari dell’AMO sempre mettono in campo, sia ai dibattiti politici che riguardano la Sanità locale.
Ma sorge comunque una domanda: perché diversi Comuni hanno avuto un hospice pagato coi soldi pubblici e noi invece ce lo dobbiamo pagare di tasca nostra?
dott. Giorgio Verrini