Sale a 5 milioni di euro la costruzione dell’Hospice San Martino

Dopo un anno di stop forzato, imposto dalla Sovrintendenza, le opere di urbanizzazione propedeutiche all’avvio dei lavori dell’Hospice San Martino sono riprese. La prima pietra della struttura dovrebbe essere posata nella tarda primavera 2025 ma i costi relativi alla costruzione sono passati da 4 a 5 milioni di euro. “In cassa abbiamo la metà del denaro necessario - spiega l’avvocato Daniele Monari, presidente della Fondazione Hospice San Martino - ma abbiamo un pre accordo con due istituti bancari disposti a finanziarci a condizioni agevolate a fronte del valore etico di questo progetto. Mutui che naturalmente andranno ripagati ma noi siamo certi di poterlo fare grazie alla mobilitazione del territorio”.

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Dopo un anno di stop forzato, imposto dalla Sovrintendenza, le opere di urbanizzazione propedeutiche all’avvio dei lavori dell’Hospice San Martino – nel comparto denominato Fornace di Budrighello e ubicato nel Comune di San Possidonio in località Ponte Pioppa – sono riprese. “L’iter autorizzativo – spiega l’avvocato Daniele Monari, presidente della Fondazione Hospice San Martino – è stato un percorso travagliato e complesso. Con in mano tutti i via libera dei vari enti preposti, all’appello mancava soltanto quello della Sovrintendenza. Il Comune di San Possidonio ci aveva comunicato che sulla vecchia fornace che insiste nel sito dove sorgerà l’Hospice, peraltro ridotta a un rudere e parzialmente crollata dopo il sisma,  non vi era alcun vincolo. Nonostante tale rassicurazione abbiamo comunque inoltrato l’atto anche all’ente il quale con nostra grande sorpresa ha di fatto bloccato tutto, imponendoci vari vincoli. Non solo abbiamo dovuto arretrare di sei metri il posizionamento dell’Hospice rispetto al sedime vincolato ma, la Sovrintendenza, che ha competenza anche per quanto attiene la tutela paesaggistica, ci ha imposto di realizzare dei coni visivi affinché chi transita lungo la strada possa continuare a vedere l’argine del fiume Secchia collocato poco più in là rispetto alla futura costruzione. Per non impedire la vista dell’argine è stato parzialmente modificato il progetto e verranno realizzate delle vetrate ad hoc”.

La filosofia che ha guidato i soci fondatori della San Martino, prosegue l’avvocato, “è stata quella di costruire un Hospice all’interno di un ambiente agreste e gradevole, e renderlo così quanto più simile a una casa e non a un ospedale. La nostra non è una speculazione edilizia, gli Hospice si sa, sono strutture a perdere, che restano in vita solo grazie al volontariato e alle donazioni. Il convezionamento infatti non è in grado nemmeno di coprire interamente i costi di gestione. Gli Hospice sono a tutti gli effetti delle opere sociali al 100% ecco perché siamo rimasti stupiti e anche amareggiati per tutte le prescrizioni ricevute e che di fatto hanno rallentato fortemente l’inizio dei lavori”.

Sulla carta l’operazione Hospice sarebbe dovuta costare circa 4 milioni di euro, di cui 950mila assicurati dai soci fondatori, ovvero Asp – Azienda di Servizi alla Persona Comuni Modenesi Area Nord, l’Associazione Malati Oncologici di Carpi e dei Nove Comuni Modenesi Area Nord, di cui 232mila già utilizzati per acquistare il terreno, mentre la parte restante doveva essere in carico alle due Fondazioni di Mirandola (1 milione) e Carpi (1 milione). Se l’ente mirandolese ha confermato il suo impegno, la Fondazione Crc ha invece deliberato un’erogazione a sostegno dell’Hospice di 300mila euro nel 2025.

Ora però, con meno risorse alla mano, l’importo previsto per la costruzione dell’edificio è lievitato a 5 milioni di euro, rispetto ai 4 iniziali. A cosa è imputabile tale incremento?

“L’aumento di spesa – spiega l’avvocato Monari – è sostanzialmente legato alle problematiche di mercato, ovvero il cospicuo rialzo dei prezzi dei materiali. Poi, lo studio di fattibilità iniziale è stato del tutto stravolto: abbiamo infatti studiato le esperienze già in essere di numerosi Hospice, ci siamo confrontati con loro per poter migliorare in efficienza ed evitare di incorrere in eventuali errori e il progetto è totalmente cambiato. Originariamente, giusto per fare un esempio, la struttura doveva essere fatta a chiostro, una scelta architettonica molto bella ma poco funzionale dal punto di vista della gestione degli ospiti da parte del personale infermieristico che governerà l’Hospice, Infine, da 14 siamo passati a 20 camere perchè il bisogno sul territorio è aumentato”.

L’importo è di quelli importanti, soprattutto se deve essere coperto da donazioni. Ad oggi quanto avete in cassa?

“In cassa abbiamo la metà del denaro necessario ma abbiamo un pre accordo con due istituti bancari disposti a finanziarci a condizioni agevolate a fronte del valore etico di questo progetto. Mutui che naturalmente andranno ripagati ma noi siamo certi di poterlo fare grazie alla mobilitazione del territorio. Siamo proprietari del terreno e i costi di costruzione sono già coperti al 50%, grazie agli istituti bancari siamo pronti per partire coi lavori”.

A quando la prima pietra?

“Confidiamo nella tarda primavera 2025”, conclude il presidente della Fondazione Hospice San Martino.

Jessica Bianchi

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