Si è tenuta questa mattina, martedì 15 ottobre, l’udienza del processo a carico del dirigente del Comune di Carpi rinviato a giudizio per abuso d’ufficio nel settembre del 2023. In agosto il reato è stato abrogato su iniziativa del governo Meloni e anche in questo procedimento si poteva prospettare il non luogo a procedere con l’assoluzione dell’imputato perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Ad evitare questo scenario è stato l’avvocato di parte civile Giuseppe Girani del Foro di Bologna che aveva chiesto di sollevare la questione di legittimità costituzionale. Non solo. In aula aveva chiesto nell’udienza del 17 settembre scorso la conferma dei capi d’imputazione e la diversa qualificazione della condotta riconducibile alla violazione dell’art. 479, falso ideologico in atto pubblico. Il collegio presieduto da Ester Russo si era preso il tempo necessario per esaminare la complessa questione e nell’udienza di oggi il Tribunale di Modena ha emesso l’ordinanza con la quale sospende il processo e il decorrere della prescrizione fino al 14 ottobre del 2025 in attesa del deposito della sentenza della Corte Costituzionale che si pronuncerà sull’incostituzionalità dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio. L’avvocato di parte civile Girani ha espresso soddisfazione per il lavoro processuale svolto.
Nell’ambito del processo in corso, lo ricordiamo, i proprietari dei lotti non ancora costruiti a Carpi nell’area tra via dell’Industria, via Nuova Ponente e la tangenziale Losi, sostengono di essere stati danneggiati da una procedura del dirigente comunale il quale avrebbe autorizzato un piano particolareggiato (quello dell’espansione commerciale su via dell’Industria) che avrebbe comportato l’esaurimento della superficie commerciale utile per gli altri comparti non ancora realizzati. In sostanza, il dirigente avrebbe dato l’ok alla realizzazione del comparto per una superficie sovradimensionata negando la distribuzione dei ‘metri commerciali’ agli altri comparti rimasti così senza sufficiente ‘spazio’.
S.G.