E se i nonni diventassero vigili? A lanciare l’idea, attraverso una mozione discussa in Consiglio Comunale è stato Enrico Fieni (Fratelli d’Italia). L’iniziativa, già presente in altre realtà, consentirebbe “di impiegare il volontariato organizzato, liberando gli agenti della Polizia Locale oggi impiegati all’ingresso e all’uscita da scuola per garantire un attraversamento in sicurezza delle strade da parte degli studenti, affinché possano concentrare le loro forze altrove”. Una proposta che, “anche in considerazione della carenza di organico” potrebbe rivelarsi efficace “per impiegare più forze nell’esercizio di attività volte alla promozione della sicurezza e della deterrenza”. L’associazione “Nonni Vigili – prosegue Enrico Fieni – è una realtà già efficiente in altre città e impiega uomini e donne in età pensionabile dovutamente formati”. La mozione chiedeva di verificare la possibilità di introdurre tali figure anche nel nostro territorio “attraverso uno studio di fattibilità” e di avviare una sperimentazione “nel polo di viale Peruzzi”, area con un’alta concentrazione di ragazzi e assai problematica sul fronte traffico. La discussione, che ha impegnato il civico consesso per ben un’ora e mezza, ha regalato graziosi siparietti prima di arrivare al suo inevitabile capolinea, ovvero il respingimento da parte di una Maggioranza compatta e con l’astensione della civica Monica Medici e un’uscita dall’aula prima del voto del forzista Michele De Rosa. Ad aprire il dibattito è stata Linda Oliviero (Pd) che ha avanzato dubbi poiché “sarebbe azzardato aumentare la sicurezza sulla pelle dei volontari”. Obiezione respinta al mittente dalla consigliera Medici (Carpi Civica): “da anni frequento l’Alto Adige e lì è una cosa normalissima vedere queste figure, non c’è un vigile in prossimità degli attraversamenti, solo personale volontario, non vedo perchè non farlo anche qui, magari allargando la fascia d’età”. Insomma, chiosa Giulio Bonzanini (Lega), “non li mandiamo mica al fronte”. A prendere la parola è poi Marco Di Nardo (Carpi a Colori) che dopo aver definito la mozione “discriminante dal punto di vista di genere e di categoria (perchè non si parla anche di nonne? E, ancora, se un pensionato non è nonno non potrebbe adempiere comunque a questo ruolo?)” rilancia dicendo che a Carpi oggi esiste già “l’assistente civico. Volontari che hanno frequentato un corso di 20 ore e che tra le loro mansioni hanno anche quella di aiutare i bambini negli attraversamenti. E allora perché creare una figura parallela ma con le medesime competenze?”. Un mantra ripetuto più volte tra i banchi della Maggioranza. “Sarebbe una duplicazione – aggiunge Paola Borsari (Pd) – e francamente non ne vedo il senso. Creare un’altra associazione non avrebbe un effetto di moltiplicazione dei volontari pertanto non vedo l’esigenza di creare una ulteriore etichetta. Credo piuttosto possa essere necessario cercare di rinvigorire il gruppo di assistenti civici per implementarne il numero”. Sotto accusa anche la scelta del polo di viale Peruzzi, “o i nonni sono Rambo o la vedo dura” commenta Di Nardo, d’altronde, aggiunge Borsari, “i genitori qualche volta sono scomodi da gestire”.
Nonno/a o no, non vogliamo certo farne una questione lessicale, un fatto resta, come ha sottolineato l’assessore Mariella Lugli, “negli anni sempre più assistenti civici hanno smesso di fare servizio davanti alla scuole poiché vi sono situazioni sempre più complicate da districare. Spesso, ci ha riferito il Comando della Polizia Locale, i volontari vengono aggrediti verbalmente, anche in modo violento, da chi parcheggia in modo sbagliato o da chi vuole passare…”. Una mancanza di civiltà che demotiva anche i più volenterosi. “Stare davanti alle scuole – le fa eco l’assessore Paola Poletti – soprattuto nel plesso di viale Peruzzi è tutt’altro che banale. Gli assistenti civici sono nati in città nel 2008. Rispetto ai 105 attivi, sono pochissimi quelli disponibili a prestare servizio davanti agli istituti scolastici tant’è che oggi sono in grado di assicurare l’entrata e l’uscita degli alunni delle Fassi dal lunedì al venerdì e quelle delle Collodi solo due volte alla settimana”.
E dunque, ribatte la Medici, dal momento che gli assistenti civici latitano, “perché non provare a cogliere l’opportunità rappresentata dai Nonni Vigile?”. Una proposta, sottolinea Annalisa Arletti (FdI) che va nella direzione di “promuovere la cittadinanza attiva, implementare un progetto di rilevanza sociale e lavorare sulla sicurezza”.
A mettere fine al dibattito ci ha pensato il sindaco Riccardo Righi che, dopo aver ribadito come gli sfuggisse “la ragione di istituire una figura già presente sul territorio seppur con altro nome”), ha aggiunto: “è una questione di lana caprina. E’ come dire non voglio essere tuo marito ma il tuo consorte. Il significato è lo stesso. Se voleste essere ragionevoli proporreste di estendere il numero di assistenti civici disponibili a stare davanti alle scuole”.
Insomma di fronte alla terminologia il consiglio non trova la quadra e la mozione, seppur con un buono spunto, viene rigettata per una questione di virgole.
In fondo, che cos’è un nome? Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto dolcemente. Eh no, caro Shakespeare, in Consiglio comunale no. Qui la forma vince sulla sostanza e dunque niente nonni davanti alle scuole, ci sono già gli assistenti civici. Forse…
Jessica Bianchi