La vertenza Mozarc Bellco arriva al Ministero: “la nostra è una battaglia per tutto il biomedicale”

Due ore di incontro ieri pomeriggio a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con i lavoratori e le lavoratrici Mozarc in presidio in via Molise e le delegazioni sindacali, aziendali e istituzionali al lavoro nella meeting room del dicastero. La crisi Mozarc Medical è scaturita dopo che la proprietà, una multinazionale americana, lo scorso 12 giugno aveva comunicato l'intenzione di chiudere l’impianto produttivo mettendo a rischio circa 350 posti di lavoro, oltre alle conseguenze a cascata sull’intera filiera.

0
442

“Per assicurare alla ex Bellco un futuro solido si deve ripartire da un punto fermo: una reindustrializzazione del sito che garantisca continuità produttiva e ne salvaguardi l’occupazione, senza nessun altro atto unilaterale da parte della proprietà. E’ quanto avevamo definito al tavolo regionale del 26 giugno e che oggi è stato confermato, trovando la condivisione e il supporto del Ministero”. Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, al termine dell’incontro di ieri pomeriggio a Roma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove si è tenuto il Tavolo nazionale di salvaguardia per la vertenza Mozarc Medical – ex Bellco di Mirandola, azienda del biomedicale che ha casa nella bassa pianura modenese. All’incontro convocato dal ministro Adolfo Urso, erano presenti anche la sottosegretaria Fausta Bergamotto, la sindaca di Mirandola, Letizia Budri, i vertici dell’impresa, i rappresentanti di Confindustria Emilia Centro, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei lavoratori.

Il tavolo è stato riaggiornato a martedì 17 settembre, alle ore 11, con un secondo incontro dove dovranno emergere con chiarezza i tempi, la concretezza e i dettagli del percorso di reindustrializzazione. “Mi sembra che le istituzioni, assieme alle organizzazioni sindacali, condividano – ha aggiunto Colla – che occorra un percorso chiaro, con tempistiche precise, che non spengano la forza propulsiva dell’azienda affinché non si disperdano le competenze dei lavoratori e senza dissipare il valore aziendale oggi riconosciuto dal mercato”. “Condividiamo la richiesta del Ministero di una interlocuzione diretta da parte dell’azienda, dei suoi soci, con imprese del settore. Questo per accelerare il percorso e aprire una nuova fase per il futuro dello stabilimento e l’occupazione dei lavoratori -ha aggiunto Colla. – Ma abbiamo respinto come inaccettabile la richiesta dell’azienda di mettere sul tavolo il tema degli ammortizzatori sociali: per noi possono rappresentare un eventuale strumento di supporto, ma non un obiettivo da perseguire”. La Regione, inoltre, ha chiesto certezze sul mantenimento a Mirandola del centro di ricerca “che rappresenta una garanzia per trovare una soluzione industriale – ha aggiunto l’assessore. – Contemporaneamente è fondamentale capire dove sta andando il settore biomedicale e nello specifico il distretto di Mirandola, perché vediamo un rischio emulativo da parte di altre imprese, e le dinamiche delle multinazionali”. Infine, l’assessore ha ribadito al ministro Urso la questione del payback, “che rischia di mettere in ginocchio tante realtà del settore”. “Il biomedicale – spiegano Elena Petrosino (Filctem Cgil nazionale) e da Ivano Dalla Brea (Femca Cisl nazionale) – è strategico per il futuro del Paese e dell’Europa, occorre proteggerlo e il Governo ha annunciato di voler fare fino in fondo la sua parte. Ora è chiaro a tutti che la battaglia che si sta conducendo per il futuro del sito di Mirandola riguarda non solo i 350 lavoratori Mozarc ma può scrivere una nuova e positiva pagina per il futuro occupazionale e produttivo di tutto il distretto biomedicale più forte d’Europa”.  I due sindacalisti territoriali Lisa Vincenzi (Filctem Cgil Modena) e Alberto Suffritti (Femca Cisl Emilia Centrale) hanno sottolineato come sia “significativo che l’azienda oggi abbia accettato di mettere a disposizione gli asset ad un prezzo che favorisca l’ingresso di un acquirente con vocazione industriale appartenente al settore biomedicale, anche se dovesse essere un’azienda concorrente”.

La crisi Mozarc Medical è scaturita dopo che la propri età, una multinazionale americana, lo scorso 12 giugno aveva comunicato l’intenzione di chiudere l’impianto produttivo mettendo a rischio circa 350 posti di lavoro, oltre alle conseguenze a cascata sull’intera filiera.

clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp
clicca e unisciti al nostro canale whatsapp