Qualche anno fa vivevo in un quartiere che si chiama Wang Lang. Da dove siedo adesso, con davanti agli occhi i treni per Manhattan che sfrecciano sul ponte di Brooklyn, il mio terrazzo sul fiume a Bangkok sembra un paradiso perduto, per sempre.
Da Bangkok
In attesa della diciannovesima edizione della Festa del Racconto (dal 2 al 6 ottobre), prosegue il ciclo di incontri online con alcuni protagonisti della letteratura nazionale e internazionale. Oggi, giovedì 4 luglio, alle 18,30, (sul canale Facebook della Festa del Racconto) sarà il turno del grande scrittore inglese Lawrence Osborne che dialogherà con l’editor della casa editrice Laterza Giovanni Carletti e il direttore scientifico della Festa del Racconto, Leonardo G. Luccone. A partire dall’ultimo volume pubblicato (Santi e bevitori, Adelphi, giugno 2024), la conversazione verterà sullo sguardo di Osborne, che incarna e prosegue la tradizione letteraria anglosassone (W. Somerset Maugham, Evelyn Waugh, Joseph Conrad, Patrick Leigh Fermor) legata alla dimensione «imperiale». Osborne la reinterpreta in un contesto postcoloniale, dove l’Occidente non deve più difendere la propria superiorità morale e soprattutto appare incapace di comprendere cosa succede nel resto del mondo. Con il suo errare (Africa, Grecia, Asia, Arabia, Nuova Guinea) Osborne è un «turista nudo», un flâneur, che si immerge in culture e spazi che non è in grado di decifrare. Sono gli effetti sullo stralunato e irrefrenabile narratore che ci permettono di attraversare quei mondi e capire chi stiamo diventando.