Lo strano caso della sparizione del cavalcavia ciclopedonale…

Procedono i lavori per l’attraversamento a raso della Losi, all’intersezione con via Cattani: un percorso ciclo-pedonale lungo 643 metri e largo 2 metri e mezzo, suddiviso in quattro tratti, distinti e separati dalla sede stradale, che partendo da via Belgrado si collegherà con via Londra. Gli attraversamenti, tutti regolati da semaforo a chiamata, saranno uno in via Cattani e due sulla Losi, prima e dopo la rotatoria.

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Procedono spediti i lavori per l’attraversamento a raso della Losi, all’intersezione con via Cattani: un percorso ciclo-pedonale lungo 643 metri e largo 2 metri e mezzo, suddiviso in quattro tratti, distinti e separati dalla sede stradale, che partendo da via Belgrado si collegherà con via Londra. Gli attraversamenti, tutti regolati da semaforo a chiamata, saranno uno in via Cattani e due sulla Losi, prima e dopo la rotatoria: uno collegherà la ciclopedonale con Nilde Iotti, uno connetterà la pista con il parchetto di via Stradello Morto e l’ultimo consentirà di congiungere via Parmenide con via delle Magliaie. L’intervento – il cui costo ammonta a 900mila euro, di cui 700mila coperti da fondi PNRR – dovrebbe concludersi nel mese di luglio.

A Carpi, si sa, i sovrappassi ciclopedonali non vanno di moda: troppo costosi, troppo complessi… le motivazioni addotte sono le più disparate. Ai cavalcavia qui si preferiscono i semafori a chiamata, decisamente più economici e di facile realizzazione. Soluzione tecnica che verrà adottata anche in un altro tratto della Losi, ovvero quello posto all’intersezione con viale Peruzzi dove è operativo il cantiere per la realizzazione della nuova rotatoria.

Ma dov’è finito il promesso cavalcavia ciclopedonale che avrebbe dovuto attraversare la Tangenziale, all’altezza del Mc Donald’s. Correva l’anno 2017 quando il fu assessore ai Lavori Pubblici, Simone Tosi, dichiarò che entro tre anni, l’infrastruttura sarebbe stata realizzata. A stabilirlo era un accordo sottoscritto dal Comune di Carpi e dalla società bolognese DMR, proprietaria del lotto racchiuso tra via Parmenide, tangenziale Losi e via Cattani, dove oggi sorge il Burger King. La società aveva ceduto al Comune un’area di circa 500 metri quadrati per la realizzazione di una porzione del sovrappasso con tanto di progettazione esecutiva e spese tecniche e il versamento di 26mila euro. Il percorso ciclopedonale lungo 150 metri e con una pendenza di circa il 5%, avrebbe dovuto collegare il nuovo quartiere sorto in zona Morbidina e, in generale, il quadrante sud ovest della città.  (Per i dettagli leggete qui: https://temponews.it/2022/01/21/il-sovrappasso-in-tangenziale-da-appuntamento-al-2023/).

Un’opera rimasta al palo per “mancanza di risorse”, ovvero 300mila euro, aveva spiegato nel 2021 l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Marco Truzzi. Poi nel 2022, interrogato nuovamente sul tema, Truzzi aveva dichiarato che “coi 10 milioni riconosciuti a Carpi dal PNRR andremo a finanziare anche quel sovrappasso ciclopedonale. Abbiamo affidato l’incarico a un professionista per la progettazione di fattibilità tecnico-economica e dunque, verosimilmente, nella primavera 2022 (anno in cui l’opera è stata messa a bilancio per un valore complessivo di 700mila euro) saremo in grado di presentare il progetto. Dopodichè si passerà alla progettazione esecutiva e, nel 2023, all’aggiudicazione e all’inizio del cantiere”. Tralasciando i tempi della pubblica amministrazione la domanda resta: ma dove diavolo è finito il progetto del cavalcavia? Interrogativi a parte, resta la perplessità legata “all’affidabilità” dei semafori a chiamata su strade ad alta percorribilità. Di certo non agevolano lo scorrimento del traffico già messo a dura prova da numerosi cantieri.

Jessica Bianchi

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