È operativo il nuovo Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi 2024, incentrato sulle attività di contrasto alle zanzare, a partire da quelle tigre, per ridurne la densità di popolazione sul territorio. La Regione Emilia-Romagna finanzia il programma con 1 milione e 120mila euro, un importo incrementato rispetto agli anni passati, segno della grande attenzione su monitoraggio e interventi specifici.
Il Piano vede in prima linea, come ogni anno, anche l’Azienda Usl di Modena, specialmente per tutte le attività di sensibilizzazione verso la cittadinanza e le azioni concrete di contrasto. In particolare, in questo periodo dell’anno, con le abbondanti piogge dei giorni scorsi e l’aumento graduale delle temperature, si sta creando il clima ideale per la proliferazione della zanzara tigre, potenziale vettore di malattie infettive come la febbre di Chikungunya (malattia “spaccaossa”), la febbre di Dengue (con possibili manifestazioni a carattere emorragico), le infezioni da Zika Virus (pericolose se colpiscono donne in gravidanza).
Dal 1° maggio, l’Ausl di Modena ha attivato fino al 31 ottobre un sistema di “alert” del Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SIP), che in stretta collaborazione con i Comuni del territorio vigila e attiva interventi di emergenza per bloccare le possibili infezioni delle malattie trasmesse dalla zanzara tigre. Proprio questa sinergia ha permesso l’avvio degli interventi di disinfestazione in seguito ai due casi di Dengue comunicati nei giorni scorsi.
Come previsto dal Piano regionale, quest’anno ci sarà un’attenzione specifica anche sui pappataci, piccoli insetti ematofagi più piccoli delle zanzare, che pungono silenziosamente nelle ore crepuscolari e di notte. Al contrario delle zanzare le larve di questi insetti sono terricole, anche se hanno bisogno di microambienti umidi per completare il loro sviluppo. Le specie più diffuse in Emilia-Romagna sono il Phlebotomus perniciosus ed il Phlebotomus perfiliewi, con quest’ultimo che può raggiungere densità notevoli in ambienti collinari.
In particolare, il controllo sui pappataci si è reso necessario dopo il rilevante numero di casi negli ultimi anni in Emilia-Romagna della malattia neuroinvasiva legata al cosiddetto Toscana virus, virus spesso asintomatico trasmesso proprio da questi piccoli insetti. Per monitorare la presenza e la diffusione dei patogeni trasmessi dai flebotomi, saranno attivati dei campionamenti con trappole attrattive nelle zone collinari.
Per quanto riguarda le zanzare, diventa fondamentale mettere in atto anche da parte dei privati cittadini, interventi e azioni di prevenzione per ridurre il più possibile la proliferazione e moltiplicazione in particolare delle zanzare tigre.
In questo modo, oltre a rendere più vivibili gli spazi verdi, si contribuisce a garantire maggior sicurezza per proteggere la salute della collettività di cui facciamo parte. Un dovere, quindi, a cui tutti sono chiamati: dai Comuni, responsabili dei trattamenti nelle aree pubbliche, ai singoli cittadini, che devono assolvere al compito di curare gli spazi di loro pertinenza.
È risaputo che nei contesti urbanizzati, area di grande proliferazione della zanzara tigre, più della metà delle superfici verdi (orti, giardini, parchi) sono di proprietà privata: il contributo e la collaborazione di ognuno nella corretta gestione di queste aree sono quindi indispensabili per proteggere la comunità da questo tipo di rischio sanitario. Ecco le indicazioni principali.
Il vademecum per i cittadini
È importante non lasciare all’aperto qualsiasi tipo di contenitore in cui possa raccogliersi l’acqua piovana, procedendo il prima possibile allo svuotamento dei ristagni nel terreno; effettuare con puntualità i periodici gli interventi larvicidi in tombini, caditoie, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, anche quelli presenti negli scantinati e i parcheggi sotterranei; tenere puliti i cortili e le aree all’aperto da erbacce, sterpi, e rifiuti di ogni genere; svuotare le fontane e le piscine non utilizzate o eseguire gli adeguati trattamenti larvicidi. Tra le azioni da effettuare regolarmente almeno fino a settembre, anche quella di evitare che si formino raccolte d’acqua in aree di scavo, bidoni, pneumatici, e altri contenitori, che devono essere dotati di copertura ermetica o di reti a maglie fitte.
Particolari accorgimenti devono essere rispettati anche nelle aree cimiteriali (riempire di sabbia umida i vasi, anche se contenenti fiori finti) e da specifiche categorie professionali, come i conduttori di serre, vivai ed esercizi di commercio di piante e fiori, tenuti ad attuare una lotta antilarvale che permetta di contrastare la proliferazione delle specie di zanzare già presenti sul territorio e l’introduzione di quelle esotiche.
Per il contrasto alle zanzare i trattamenti con adulticidi devono essere considerati azioni straordinarie ad esclusiva valenza sanitaria. Vengono infatti effettuati, secondo azioni programmate dal Servizio Igiene Pubblica, dai comuni in seguito alla segnalazione di casi anche solo sospetti di infezione trasmesse dalla zanzara tigre attorno al domicilio ed eventualmente al luogo di lavoro (la zanzara tigre è attiva nelle ore di luce). Hanno lo scopo di abbattere questi possibili vettori di infezione che, effettuando il pasto di sangue a danno della persona potenzialmente infetta, potrebbero infettarsi a loro volta e trasmettere quindi il virus ad altre persone. Per garantire tempestività di intervento a tutela della salute dei concittadini, dal mese di maggio al mese di ottobre il Servizio Igiene Pubblica e i Comuni attivano da molti anni un sistema di allerta e di pronto intervento operativo 24 ore su 24 e sette giorni su sette.