Oltre 950mila euro. Tanto ci è costata, sinora, l’operazione Biscione. E non è che l’inizio. Ma andiamo con ordine. Dopo le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica Riccardo Righi che, sulle colonne del nostro giornale, aveva espresso la necessità di “rimodulare lo schema originario” del progetto di riqualificazione del palazzone di via Unione Sovietica (chi volesse approfondire può leggere l’articolo al seguente link: https://temponews.it/2024/01/23/scricchiola-il-progetto-di-riqualificazione-del-biscione/), il gruppo Fratelli d’Italia di Carpi ha chiesto all’Amministrazione Comunale, tramite una interpellanza, maggiore chiarezza. Un’operazione da 9 milioni di euro che, sottolinea la consigliera Federica Boccaletti, “richiede numerose delucidazioni” anche in considerazione del fatto che, “ad oggi, sono appena 16 gli appartamenti acquisiti a fronte dei 55 previsti. In cosa consiste la rimodulazione annunciata dall’assessore Righi?”. Come tale cambiamento di rotta “si rifletterà sul costo e sui tempi del progetto? A quanto ammontano le spese già sostenute per la realizzazione del progetto di Fattibilità Tecnico – Economica dell’intervento di riqualificazione e per l’acquisizione dei 16 appartamenti e da quale ente sono state pagate (ndr – Acer Modena o Comune)?”. L’Amministrazione Comunale, prosegue Federica Boccaletti, “ha legato la fattibilità di questo progetto a una misura come quella del Superbonus 110, di natura temporanea e soggetta per sua stessa definizione a numerose possibili variazioni e variabili, già questo dovrebbe sollevare numerose perplessità sulla capacità di programmazione dell’ente”. La domanda insomma, a fronte di un progetto che rischia “di trasformarsi in un pozzo senza fondo – conclude la consigliera di Fratelli d’Italia – è una e una soltanto: quanti soldi pubblici sono già stati spesi?”. A risponderle, nel corso di un Consiglio comunale, a tratti infuocato, è stato l’assessore Righi che mette le mani avanti e sul superbonus chiede provocatoriamente: “se non abbiamo fiducia noi enti locali nello Stato e nelle sue misure, chi dovrebbe farlo?”. Il decadimento di tale provvedimento, unitamente “all’aumento dei costi, che per il settore edilizia è stimato in circa il 32%, ha rallentato il progetto, spingendoci a più di una considerazione in particolare sul fronte della compartecipazione dei privati. Non vogliamo mettere in difficoltà i proprietari, pertanto è al vaglio la possibilità di costruire uno strumento finanziario in grado di mettere un fondo di garanzia a copertura dell’investimento privato per dilazionare la spesa e rendere così le rate sostenibili anche per le famiglie più fragili”. Ad oggi il Biscione, tra spese di progettazione, consulenza piano recupero e legali e acquisizione di appartamenti e locali non residenziali è costata a Comune di Carpi e Acer, ente capofila, oltre 950mila euro. Mica bruscolini. Ma, chiede ancora Fratelli d’Italia, “in che modo l’Amministrazione intende risolvere il nodo della presenza nell’edificio delle sale utilizzate dalle associazioni islamiche anche in considerazione del fatto che l’assessore Tamara Calzolari ha dichiarato che tali associazioni non avendo mai avuto problemi con le Forze dell’ordine ed essendo adempienti con i pagamenti non presentano i requisiti per poter rientrare nel piano espropriativo”. Le associazioni, precisa Righi, “non rappresentano un elemento critico rispetto al degrado dell’immobile”, ergo resteranno lì. Risposte che la consigliera Boccaletti non ha gradito: “il risultato che volete raggiungere è sempre più incerto perché legato a mille variabili, l’unica cosa certa sono i soldi spesi sinora. Denari pubblici. Dei cittadini. Come partenza non c’è male… Avete acquisito soltanto 16 appartamenti, pochissimi! I numeri sono numeri. Abbiamo un grosso problema e in coscienza lo sapete anche voi che questo è un progetto di difficile realizzazione eppure insistite. Un pozzo senza fondo”. A darle man forte anche il consigliere della Lega, Giulio Bonzanini: “certo non potevate avere la sfera cristallo ma avete comunque dimostrato scarsa lungimiranza. E’ troppo facile dare la colpa al Governo circa la mancata proroga del 110… poiché già nel marzo scorso il dispositivo era profondamente cambiato. C’erano già tutte le avvisaglie e basare un progetto da 9 milioni di euro sulla speranza che tale misura venisse confermata è folle. Risorse peraltro ad oggi vincolate e che non possono essere utilizzate per dare gambe ad altri investimenti”. Immediata la risposta dai banchi della maggioranza: “per anni – dichiara Marco Reggiani (Pd) – ci avete accusato di non aver prestato alcuna attenzione a quel quartiere e ci avete costruito la vostra campagna politica, ora che, con coraggio e impegno, abbiamo costruito un percorso per risolvere le criticità attraverso un progetto ambizioso, ci contestate e ci attaccate nuovamente. E allora chiedo alla candidata sindaco Annalisa Arletti: qual è la soluzione? Diteci qual è la vostra idea perché, accuse a parte, in questi anni non ho mai sentito soluzioni da parte vostra”. Concetto ribadito anche da Maurizio Maio (Pd): “avete studiato il progetto o volete fare solo retorica? Chiunque approfondisca e voglia restare sul piano di realtà non potrà che trovarlo efficace! Rappresenta un valore che difendiamo e rivendichiamo”. Incalzata dalla Maggioranza, la consigliera Arletti dal canto suo ha ribadito come un “contenitore più bello non serva a risolvere fratture ormai croniche. Non è solo il centrodestra che lo afferma vi ricordo che anche il secondo candidato alle Primarie (ndr – Giovanni Taurasi) aveva espresso numerose perplessità su tale progetto. Non siamo noi i cattivi, anche un’ala del centrosinistra è spaccata su questo tema quindi non fateci la morale. La verità, assessore Righi, è che vi siete piantati sul Biscione e non sapete come andare avanti”. A mettere un punto, perlomeno verbale, alla discussione consiliare è stato proprio Riccardo Righi che, dopo aver sottolineato come “in campagna elettorale, non è urlando che si diventa più incisivi e che la politica dei slogan non serve a nulla se non si offrono alternative”, ha aggiunto che tra “fare politica e amministrare ci sono differenze. Quando amministri ti basi sugli strumenti che hai in quel momento, vedi il superbonus, e nel momento in cui quello è venuto a mancare, occorre rimodulare in corso d’opera i progetti in itinere. L’operazione Biscione non è ferma”.
Jessica Bianchi