Andrea Saltini è ancora sotto choc; attraverso il suo avvocato Giuseppe Chierici chiede “alla comunità intera di Carpi di riflettere sui limiti del dissenso, del diritto di critica, del diritto di manifestazione del pensiero e sul contenuto degli innumerevoli post che sono stati diffusi e condivisi sui social nelle scorse settimane arrecandogli profondo turbamento; auspica che vi sia al più presto una occasione nella quale poter dare avvio ad un confronto aperto e libero nel rispetto della sensibilità e delle opinioni di tutti”.
La mostra ‘Gratia Plena’ di Carpi dove è stato ferito a coltellate l’artista Andrea Saltini, inaugurata il 2 marzo, al centro di polemiche perché alcuni tradizionalisti la ritengono blasfema, è allestita al Museo diocesano. E la diocesi di Carpi nei giorni scorsi ha respinto le accuse, definendo i commenti “irrispettosi e non rilevabili davanti ad una corretta visione delle opere”. “Quanto ai giudizi, o pregiudizi – ha rilevato sempre la Diocesi guidata da mons. Erio Castellucci – secondo cui alcuni quadri esposti riproducono immagini blasfeme o dissacranti, pur rientrando nella libera circolazione delle opinioni, oltre a risultare irrispettosi nei riguardi del percorso compiuto dall’artista e anche dai promotori, nulla di tutto questo è rilevabile davanti ad una visione delle opere corretta, documentata e con sguardo limpido”. Ad accusare la mostra era stato, tra gli altri, il sito di area cattolica tradizionalista ‘La Nuova Bussola Quotidiana’. C’è stato anche un esposto per offesa di confessione religiosa, ma la Procura di Modena ha chiesto l’archiviazione.