Ma se me li regala mia nonna! Questa l’affermazione, tra le risate generali, di una ragazza impegnata in un laboratorio sui pericoli dell’azzardo, uno dei tanti momenti di formazione che si tengono nelle scuole superiori di Carpi.
Spiega l’educatore professionale Enrico Malferrari, della cooperativa sociale Papa Giovanni XXIII: “Per molti – spiega – giocare e regalare Gratta&Vinci ai nipoti è normale, non cogliendo l’aspetto dell’azzardo nel gesto di grattare per vincere”.
Proprio del rapporto dei ragazzi e delle ragazze con l’azzardo, e del possibile ruolo dei nonni, si parlerà martedì 26 marzo nel corso dell’incontro Se mio nipote gioca d’azzardo, a partire dalle 9.15 a Carpi presso il Centro di Promozione Sociale Gorizia (via Cuneo, 51). L’iniziativa è organizzata nell’ambito del progetto Un Argine all’Azzardo – avviato dall’Unione delle Terre d’Argine e Ausl di Modena per contenere le conseguenze dell’abuso del gioco d’azzardo – in collaborazione con SPI CGIL e AUSER di Carpi, ed è promossa da un vasto fronte di soggetti: l’Unione delle Terre d’Argine, l’Azienda USL, il CEIS, la Coop sociale Papa Giovanni XXIII, Federconsumatori, CSV Terre Estensi, Dedalo Odv.
Non si parlerà solo di Gratta&Vinci. La recentissima indagine di Federconsumatori Il grande gioco della Rete, presentata il 22 marzo, ha coinvolto 1.553 adolescenti, ragazzi e ragazze delle Terre d’Argine, tra 11 e 18 anni. Il rapporto ha consegnato un quadro preoccupante, non diverso da quello nazionale: gli stimoli all’azzardo arrivano già in età precocissima, si registra la consuetudine al gioco fisico (slot comprese) di una importante minoranza, sono segnalati fenomeni di sottovalutazione da parte di genitori e nonni.
L’iniziativa di martedì 26 marzo si concentrerà proprio sul ruolo dei nonni, sulla possibilità che attraverso l’assunzione di maggiori conoscenze essi assumano un ruolo di “sentinelle”, nei confronti dei pericoli legati al dilagare dell’azzardo nel territorio e tra la popolazione più giovane.