La Bella Carpi, il nuovo libro di Mauro “Dorry” D’Orazi

Domenica 24 marzo, alle 11, Mauro D’Orazi presenterà il suo libro La bella Carpi - Ricordi, fotografie e tradizioni dialettali della nostra terra (Edizioni CDL) presso la Libreria La Fenice, insieme al giornalista Pierluigi Senatore. L’ingresso è libero.

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La penultima fatica letteraria del carpigiano Mauro “Dorry” D’Orazi si intitola La bella Carpi – Ricordi, fotografie e tradizioni dialettali della nostra terra (Edizioni CDL). Un libro che, spiega l’autore, è dedicato a “tre cari amici, Gianfranco “Gigia” Sgarbi, Emilio “Millo” Cerretti e Gabriele “Lele” Forghieri senza i quali oggi Carpi è certamente più grigia e meno divertente”. 400 pagine ricche di fotografie d’epoca, spesso inedite o recuperate in qualche cassetto dimenticato.  Il libro si divide in vari capitoli che approfondiscono le tradizioni locali e il dialetto. Non mancano poi alcune curiose ricerche storiche, accompagnate da un ricco corredo fotografico. Riproposte, ampliate e perfezionate, due sezioni del primo libro di D’Orazi La ruscaróola èd Chèerp del 2013, esaurito da tempo e che spesso viene richiesto: la storia completa del gioco delle palline a Carpi e un trattato sugli stupidi.

“In queste pagine – spiega l’autore – ho inserito ricordi personali uniti alle testimonianze di tanti carpigiani (e non solo) che hanno condiviso con me il passato delle loro famiglie e della loro gioventù. Materiale che ho raccolto in modo maniacale e che mi ha permesso di ricostruire un lasso di tempo di circa un secolo e mezzo”.  Vi è una data che, secondo l’autore, avrebbe segnato l’inizio dell’inesorabile declino de La bella Carpi. “Era il 15 maggio 1983, quando il sindaco Werther Cigarini tramite un’ordinanza chiuse Piazza Martiri al traffico. L’idea era quella di valorizzare il centro storico ma sono clamorosamente mancati colpi di genialità e inventiva per arrivare allo scopo. L’enorme spazio è rimasto lì, muto, deserto e abbandonato per la maggior parte dei giorni dell’anno”. 

Molte le persone che hanno contribuito a far nascere questo libro. A partire da Graziano Malagoli “che ha sempre contribuito con notizie e suggerimenti; ha controllato i tutti i testi con grande pazienza e ha corretto e sistemato con competenza la difficile grafia e gli accenti del dialetto”. E, ancora, “c’è stata una feconda collaborazione in piena armonia, con contatti continui senza invidia e competizioni, con gli amici carpigiani Lucia Armentano, Anna Maria Ori,  Luciana Nora, Gianfranco Guaitoli, Marzio Govoni, Tiziano Pace Depietri e Tino Casolari. C’è stato un vero e proprio impegno corale, ciascuno per le proprie competenze, per risolvere piccoli misteri, per riconoscere e datare immagini e per trovare i giusti riferimenti storici di vicende e fatti caduti spesso nell’oblio”, prosegue Mauro D’Orazi.  Grande protagonista, come in tutti i lavori dell’autore, è il nostro bellissimo dialetto: “nel giro di una o due generazioni potrebbe essere impossibile sentire qualcuno che lo usa con padronanza. È una lotta contro il tempo e ogni giorno diventa più urgente preservarlo. Una lingua carica di storia, che racconta le nostre radici. Mò mè a pròov da dimònndi tèimp a serchèer e tgnìir da caat al bèeli paròoli di nòstèer graan dialèet. Chi sa mò che…” conclud Dorry.

Domenica 24 marzo, alle 11, l’autore presenterà il libro presso la Libreria La Fenice, insieme al giornalista Pierluigi Senatore. L’ingresso è libero.

J.B.

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