67 pietre d’inciampo per onorare le 67 vite spezzate a Cibeno

Installare delle pietre d’inciampo in tutti i luoghi in cui i 67 martiri di Fossoli vissero per l’ultima volta da uomini liberi, in occasione dell’80° anniversario dell’eccidio di Cibeno. E’ l’iniziativa voluta da Fondazione Fossoli e ANED - Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti.

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Installare delle pietre d’inciampo in tutti i luoghi in cui i 67 martiri di Fossoli vissero per l’ultima volta da uomini liberi, in occasione dell’80° anniversario dell’eccidio di Cibeno.
L’iniziativa – voluta da Fondazione Fossoli e ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti – di ricordare le vittime del fascismo e del nazismo con una piccola pietra riportante i dati essenziali delle loro biografie è dovuta al tedesco Gunter Demnig: l’artista dal 1996 ne ha posate in tutta Europa oltre 100mila, il più grande museo diffuso esistente.
Ai nomi dei fucilati di Cibeno verrà aggiunto quello di Pacifico Di Castro, deportato ebreo romano, assassinato sul piazzale dell’appello il 1° maggio 1944.
“All’alba dell’epoca della scomparsa dei testimoni diretti – commenta il Presidente della Fondazione Fossoli, Pierluigi Castagnetti – tanto più urgente si fa la necessità non voglio dire del dovere, ma della passione della memoria. Ricordare quello che è stato possibile, nelle città in cui viviamo, nelle nostre campagne, nelle strade e nelle piazze che oggi ci paiono così accoglienti, significa non soltanto onorare le vittime, ma anche dare un senso alla nostra idea di comunità, e verso la quale vuole procedere. Nell’ottantesimo anniversario di questa terribile strage, che fu un attentato non soltanto contro 67 esseri umani, ma contro l’idea stessa di pace, democrazia, l’estremo, terribile gesto di rifiuto nei confronti della visione di un’Europa unita, e dopo la storica visita di David Sassoli e Ursula von der Leyen, il progetto che stiamo portando avanti insieme agli amici di ANED rappresenta una piccola fiammella di speranza in un’Europa in cui si torna a parlare di guerra, un termine che pensavamo bandito per sempre”.
“Con la posa di queste pietre d’inciampo – ha aggiunto il presidente nazionale di ANED, Dario Venegoni – ricordiamo non soltanto una delle più terribili stragi perpetrate dai nazisti nel nostro Paese, ma anche ciascuna delle vittime. Per ogni fucilato verrà posto un piccolo segno di fronte alla sua ultima abitazione, praticamente in ogni regione del nostro Paese, dal Piemonte alla Sicilia. Rendiamo in questo modo omaggio a dei resistenti, degli antifascisti che pagarono con la deportazione e poi con la vita la scelta di non essere indifferenti di fronte ai crimini della dittatura fascista e dell’occupante nazista. Da questi martiri viene un insegnamento che ci impegna anche oggi, e che speriamo sia fatto proprio dai giovani di tutte le comunità locali alle quali affideremo in futuro la custodia e la tutela di queste pietre d’inciampo”.