Sono quasi duecento i ragazzi e le ragazze tra 12 e 35 anni che nel 2023 sono entrati nel percorso dell’Azienda Usl per i Disturbi del comportamento alimentare (Dca) un percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale che si avvale di tre ambulatori specialistici a Modena (dove si trova anche un Centro diurno con pasti assistiti), Mirandola e Sassuolo e un team di cui fanno parte psicologi, medici internisti-nutrizionisti, psichiatri, neuropsichiatri infantili, infermieri, dietiste e tecnico della riabilitazione psichiatrica. Tra nuovi ingressi e pazienti già seguiti, (il percorso dura circa 2 anni) ad oggi l’Ausl di Modena ha in carico circa 350 giovani. Dal 2018 a oggi i nuovi ingressi sono costantemente aumentati (siamo passati da 88 nel 2018 a 197 nel 2023) e tra gli anni 2020, 2021 e 2022 si è verificato un aumento esponenziale del 33% dei casi, in linea con i dati regionali e nazionali. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’accelerazione (ndr – durante la pandemia di Covid-19 il programma non si è mai interrotto, gli incontri si sono svolti con videochiamate e telefonate e anche in presenza con team territoriali) non solo sono aumentati i numeri delle ragazze prese in carico ma anche la gravità della loro condizione psicofisica con la presenza di comorbidità, cioè la compresenza di disturbi del comportamento alimentare e altri sintomi come discontrollo degli impulsi e autolesionismo”, spiega Roberta Covezzi, psichiatra responsabile del programma. Anche i maschi sono leggermente aumentati “se prima della pandemia il rapporto rispetto alle femmine era di 1 a 10 ora è salito a 2 a 10”, prosegue la dottoressa Covezzi.
Dottoressa quali sono i segnali a cui le famiglie devono prestare attenzione?
“Generalmente si registra un cambiamento nei comportamenti degli adolescenti rispetto alle abitudini alimentari e non solo: riducono le porzioni, selezionano cibi poco calorici, smettono di mangiare insieme ai famigliari, aumentano l’attività sportiva. A ciò si aggiunge il ritiro sociale, dalla scuola, dalle amicizie. L’umore si abbassa, diventano tristi, ansiosi. Tutti campanelli d’allarme che dovrebbero mettere in guardia i genitori”.
Di fronte a un disagio evidente cosa possono fare i genitori?
“La prima cosa da fare è ascoltare il disagio dei propri figli e cercare di capire cosa stia succedendo. E’ poi fondamentale essere consci di quanto sia inutile tentare di mettere in atto delle soluzioni dentro alla cerchia famigliare perchè stiamo parlando di malattie psichiatriche gravi e che pertanto richiedono un intervento multi disciplinare. Al programma, messo a punto dall’Ausl già a partire dal 1997, si accede in libero accesso grazie a un numero dedicato a cui risponde una psichiatra. Dopo il primo contatto si passa a una valutazione multi dimensionale perché, lo ribadisco, queste sono patologie molto gravi che coinvolgono mente e corpo in modo strettissimo. Il percorso di cura è quindi costruito da più professionisti: dallo psichiatra al neuropsichiatra, dallo psicologo al tecnico della riabilitazione psichiatrica, dal dietista al medico nutrizionista, all’infermiere… un’equipe che accoglie i ragazzi ma anche le loro famiglie, risorse preziosissime per la cura di questi disturbi”.
Ma i disturbi alimentari sono evitabili?
“I disturbi alimentari sono malattie: come si fa a evitare una malattia? Questi disturbi sono complessi e hanno un’origine multi fattoriale, un fattore è senza dubbio quello socio-culturale. La società in cui viviamo ci propone ideali di magrezza e di perfezionismo che incidono negativamente sugli adolescenti. L’adolescenza poi è un momento di sofferenza, di evoluzione e porta sempre con sé una certa dose di disagio pertanto occorre essere molto attenti a come tale disagio viene espresso”.
Per il 2024 proseguiranno i progetti artistici avviati con successo negli anni scorsi dal Centro diurno per i Disturbi del comportamento alimentare di Modena. Anche quest’anno le ragazze seguite dal Centro parteciperanno al percorso di riabilitazione psiconutrizionale nella cucina del ristorante L’Erba del Re di Modena con il suo chef e patron Luca Marchini. In accordo con l’Ausl Marchini ha studiato una ‘cooking class’ fuori dal comune: un gioco sensoriale basato sull’utilizzo di alcuni semplici prodotti da preparare in modo da renderne piacevole la fruizione, lavorando su profumi e consistenze, sull’osservazione e la tattilità per un nuovo approccio al cibo.
Prosegue inoltre Alimentarsi di musica, progetto di musicoterapia finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e coprogettato con le associazioni Briciole ODV, l Euphonia ETS e Nordoff Robbins Italia. Il progetto prevede percorsi di musicoterapia diretti non solo alle pazienti e ai loro familiari, ma anche ai professionisti sanitari e ai volontari che operano all’interno del programma Dca.